Sapete davvero che pane mangiate di solito? È pane fresco, cotto in un forno artigianale o invece è una pagnotta conservata, un pane congelato, o un semilavorato prodotto con materie prime che arrivano dall’estero?
Con la legge regionale 4/2016 in Sardegna il pane fresco sarà tutelato e venduto “entro la giornata in cui si è concluso il processo produttivo”. Quello precotto o precongelato, invece, verrà messo in vendita “in scaffali ben distinti e separati da quelli del pane fresco e accompagnato dalla dicitura ‘pane ottenuto da cottura di impasti’”, per evitare confusione tra i due prodotti. Viene inoltre istituito un contrassegno regionale attestante la vendita di pane fresco con precise indicazioni sulle modalità di realizzazione del prodotto e sulle materie prime utilizzate.
Ieri pomeriggio si è fatto il punto sulla nuova normativa di tutela del pane fresco e dei pani tipici della tradizione, in occasione di un convegno organizzato dal consigliere regionale del PD Daniela Forma prima firmataria delle proposte di legge assieme a Luigi Crisponi dei Riformatori.
Un confronto tra gli addetti del settore, i politici e i rappresentanti delle associazioni di categoria.
All’incontro, infatti, erano presenti Maria Carmela Folchetti presidente di Confartigianato Sardegna, Roberto Bornioli presidente Confindustria Sardegna Centrale, Mario Tendas consigliere regionale PD, Gian Pietro Sechi presidente regionale della Federazione Panificatori e Luigi Lotto presidente Commissione Artigianale e Commercio Consiglio regionale Sardegna.
Con la nuova normativa verrà istituito anche un registro regionale delle tipologie da forno tipiche della tradizione isolana e previsto un percorso di accompagnamento per l’accesso al regime delle denominazioni di origine protetta, delle indicazioni geografiche protette e delle specialità tradizionali garantite.
Infine Luigi Lotto ha chiarito che in Sardegna manca un marchio che tutela i pani tipici sardi e che tale iniziativa deve partire dagli operatori del settore.
© Tutti i diritti riservati