​Jordi Morato vince IsReal con Sobre la Merxa

Si è chiusa con un grande successo di pubblico la prima edizione di IsReal, il Festival di cinema del reale della città di Nuoro.

Il VINCITORE. Vince Sobre la Marxa di Jordi Morato, la storia un uomo che per sfuggire alla civilizzazione costruisce vere e proprie città immaginarie. Garrel, il protagonista, è un personaggio originale, un utopista e un esistenzialista sui generis: sogna un mondo lontano dalle costrizioni sociali e si richiama a una vita atavica. Questa la motivazione della giuria: “Per aver voluto dare voce a una vicenda che, attraverso l’arte, si propone come un atto di difesa etica universale contro il conformismo e gli squilibri del mondo contemporaneo, per la capacità di reinterpretare lo stile documentario in maniera personale e riflessiva, non meno attraverso un utilizzo originale e ironico del film amatoriale”.
LA TRAMA: Garrell, conosciuto anche come il “Tarzan di Argelaguer”, ha costruito maestose torri di legno, palafitte, pontili e inestricabili labirinti nel bosco accanto a un’autostrada catalana. Nella sua avventura folle e solitaria lo segue un ragazzino armato di videocamera che lo riprende mentre sfida il progresso e la civilizzazione, inneggiando a un ritorno alla natura. In molti gli metteranno i bastoni tra le ruote ma Garrel, imperterrito, andrà avanti a edificare il proprio sogno di autonomia, finendo per essere riconosciuto un’artista di rilievo dell’Art Brut. Attraverso il ritratto di un uomo ostinatamente enigmatico, Morató racconta il desiderio di fuga dalle costrizioni sociali e il richiamo atavico di una vita avventurosa, lontana dagli agi della modernità, ma anche l’afflato libertario dell’uomo deciso a sottrarsi al dominio delle macchine. Il tutto in un’affermazione del sé che passa attraverso il gioco, l’arte e la messa in scena cinematografica amatoriale.
L’AUTORE. Jordi Morato (1989, Torelló, Barcelona) si è diplomato alla Emav, Scuola di Media Audiovisivi della Catalogna, e in Comunicazione audiovisiva all’Università Pompeu Fabra (UPF). Ha completato i suoi studi a Buenos Aires. Ha diretto alcuni cortometraggi documentari e ha lavorato come operatore e montatore in diversi progetti cinematografici, pubblicitari e televisivi. Sobre la marxa è il suo primo lungometraggio. Il video del vincitore: https://www.youtube.com/watch?v=wx9x2mTWZXg

IL SECONDO POSTO va a Sponde. Nel sicuro sole del nord“, di Irene Dionisio. Questa la motivazione della giuria: “Per la capacità di trattare la grande tragedia della contemporaneità in modo poetico per il tramite dei due protagonisti, testimoni di una guerra che si consuma ai confini del mondo, e per esser stata capace di metterne in luce la profonda umanità e la tensione universale attraverso una forma narrativa essenziale ed efficace”. Qui il video: https://www.youtube.com/watch?v=Qamqdxh33S4
LA TRAMA. Tra Lampedusa e la Tunisia vi sono appena 60 miglia di mare, una distesa d’acqua nella quale ha luogo una tragedia umana di drammatiche proporzioni. Su rotte funestate dalla morte si apre una corrispondenza inedita. Mohsen Lidhabi, a Zarzis, sulla costa nordafricana, e Vincenzo, a Lampedusa, sono due uomini legati dallo stesso destino: il primo conserva in un museo a cielo aperto gli indumenti dei cadaveri e gli oggetti riportati a terra dal mare in tempesta; il secondo, custode del cimitero in pensione, offre una degna sepoltura ai corpi dei migranti senza vita. La relazione epistolare tra Mohsen e Vincenzo disegna una nuova geografia del dolore: quella di coloro che, agli estremi opposti della rotta migratoria, rimangono fermi. Sponde offre uno sguardo sincero sulle vite di due uomini che compiono un atto coraggioso di resistenza, e di due comunità che convivono quotidianamente ai margini del dramma sociale rifiutando lo stato di impotenzaL’AUTRICE. Irene Dionisio (Torino, 1986) è laureata in Filosofia Estetica e Sociale presso l’Università di Torino. Ha successivamente frequentato il Master in Cinema e Filosofia all’Università di Amiens (Francia del Nord). Prima di Sponde ha realizzato il documentario La fabbrica è piena – Tragicommedia in otto atti (2012). Ha appena terminato il suo primo lungometraggio di finzione, Le ultime cose, prodotto da Tempesta Film.

​IL TERZO CLASSIFICATO. “Dall’oralità del camino, alla sala del cinema: Triokala emana il calore di una piccola comunità che vive di contrasti tra esotismo e religiosità. La regia è contemplazione, è analisi spaziale e sociale. Premiamo, in particolare, l’audacia del giovane regista coscienti del fatto che le tradizioni appaiano – a chi le vive da vicino – come un grande mostro infuocato difficile da far uscire aldilà delle montagne”.  Con questa motivazione la Giuria giovani – composta dagli universitari Chiara Atzori, Carla Foddis, Stefania Gessa, Emanuele Mallocci, Maria Federica Piana, Alberto Piras, Daniel Sappino e Gilda Satta – ha deciso di assegnare il terzo premio (del valore di euro 1000) a Leandro Picarella, per il suo Triokala.
LA TRAMA. All’estremo sud della Sicilia si trova un piccolo paese arroccato sulla cima di una montagna. Il suo nome è Calabellotta, ma gli antichi greci lo chiamavano Triokala per via dei tre doni ricevuti da Madre Natura: la fertilità delle sue campagne, l’abbondanza delle acque e la roccaforte che si erge sul picco della montagna. Nello sguardo di Picarella si cela la volontà di ricercare una cosmologia perduta. Laddove la modernità sembra aver cancellato le tracce delle antiche liturgie e dei saperi del luogo, Triokala ristabilisce una sorta di ordine naturale in cui gli elementi, gli oggetti, la materia, le credenze e i corpi soggiacciono a una volontà superiore, mimetizzata tra gli esseri umani, nei loro volti, nella relazione con gli animali, tra le rocce della montagna che sovrasta maestosamente il paese. Dalla nebbia che avvolge Calabellotta sembra riemergere un universo panteista, in cui i segni della modernità si riducono a un mero cortocircuito nell’immensità dei cicli vitali.
L’AUTORE. Leandro Picarella (Agrigento, 1984) dopo gli studi in musicologia e letteratura italiana si diploma presso il Centro Sperimentale di Cinematografia di Palermo, specializzandosi nel documentario. Tra i suoi lavori vi sono Scolpire il tempo (2013) e Dio delle Zecche, storia di Danilo Dolci in Sicilia (2014), in collaborazione con Giovanni Rosa. Triokala (2015) è il suo primo lungometraggio.

Il direttore artistico Alessandro Stellino è soddisfatto: “Il pubblico ha accolto bene la nostra proposta e il gradimento sulla qualità dei film trasmessi gratifica gli sforzi di tutti quelli che hanno lavorato per il festival. La scommessa, sottolinea Stellino, è stata vinta: portare in sala un pubblico che non sia solo di addetti ai lavori ma composto da più profili. I giovani, coloro su cui il festival ha puntato, sono arrivati e hanno trovato lo spazio che meritano. Pietro Marcello ha arricchito, con la sua presenza e partecipazione, all’evento che Nuoro merita.

Anche Giovanni Columbu, Presidente della giuria, è soddisfatto. La qualità dei film proposti, la giovane età dei registi, parlano di nuove prospettive che ampliano il panorama cinematografico. Conferma il lavoro di selezione di Stellino e si congratula con Pietro Marcello, per la visione poetica con cui ha raccontato “Bella e perduta”, che si spera porti attenzione sulla questione dei monumenti storici italiani, spesso abbandonati al declino edilizio ma pur sempre pulsanti di antichità e autenticità.

Molto soddisfatto di come è andato il Festival anche Bruno Murgia, presidente del Isre di Nuoro: “Abbiamo scelto il cinema per raccontare il mondo che cambia intorno a noi, l’Isre si conferma un grande istituto che produce cultura. Abbiamo avuto una grande partecipazione di pubblico, soprattutto giovane, tanti incroci con mostre e letteratura e, quindi, speriamo di fare una seconda edizione di IsReal”.

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Sonia