Arriva in Consiglio Regionale la vicenda, denunciata dall’associazione “Nurnet, la rete dei Nuraghi” nel 2014, del palo della luce conficcato in una Tomba dei Giganti a San Liberno, nel territorio di Sarroch.
Il palo della distribuzione a bassa tensione alto 7 metri, probabilmente installato 30 anni fa, è stato oggetto di un’interrogazione al presidente della Regione Francesco Pigliaru e all’assessore alla Cultura Claudia Firino da parte del gruppo Sovranità Democrazia e Lavoro (Sdl) che ne chiede la rimozione.
«Chiediamo rispetto per la storia della Sardegna, per il popolo Sardo e per i nostri beni monumentali – ha detto Gianfranco Congiu del PdS -. Insultare un bene archeologico come questo merita un intervento ai massimi livelli, perché si tratta di una mancanza di sensibilità per un intero popolo».
Continua Piermario Manca (PdS): «Sarebbe necessario inserire nelle procedure per la realizzazione di queste opere l’obbligo di avere il censimento di tutte le emergenze archeologiche e che per qualsiasi lavoro si debba richiedere l’autorizzazione al comune».
Per Augusto Cherchi, anch’egli PdS, «oltre che mancanza di attenzione, siamo in presenza di una violazione di una specifica norma di legge regionale e nazionale. Si sarebbe potuto spostare il palo di 50 metri e non sarebbe cambiato nulla: si tratta di uno schiaffo alla Sardegna e ai Sardi».
Infine il capogruppo Sdl e esponente Cd, Roberto Desini, ritiene «inconcepibile che non ci sia coordinamento tra enti pubblici quando vengono eseguite queste opere».
Antonio Cadoni
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