Al momento non sono per niente chiari i contorni della vicenda
Resti di liquido infiammabile e materiale plastico oltre ad alcuni fori di proiettile contro un muro. Questo è ciò che i coniugi Cocco hanno ritrovato la mattina del 30 marzo al rientro nella loro abitazione di via Gonario Pinna, dopo le ferie Pasquali.
Il gesto intimidatorio messo a segno ai danni dell’esponente politico nonché capogruppo di SEL Daniele Cocco sarebbe stato compiuto nella notte tra il 27 e il 28 aprile mentre l’uomo si trovava fuori città con la famiglia.
Al momento, però, non sono del tutto chiari i contorni della vicenda: la Digos sta infatti ricostruendo i dettagli e la dinamica dell’episodio e i primi elementi emersi escludono innanzitutto che una molotov sia stata lanciata all’interno del cortile, come ipotizzato in un primo momento, e se ci sia correlazione tra la presenza di liquido infiammabile rinvenuta sul posto e i fori di proiettile esplosi contro il muro.
A rendere più complicata la vicenda, poi, il fatto che nessuno dei vicini di casa abbia udito gli spari.
Gli inquirenti seguono tutte le piste e scavano sia sul piano professionale che su quello personale di Daniele Cocco, medico radiologo all’ospedale San Francesco di Nuoro oltre che consigliere regionale e primo cittadino di Bottida.
Intanto arrivano i primi segnali di solidarietà da parte del mondo politico sarda: il presidente del Consiglio Regionale della Sardegna Gianfranco Ganau esprime «massima solidarietà all’amico e collega Daniele Cocco. A lui e alla sua famiglia arrivi la vicinanza dell’intera Assemblea sarda».
«La notizia colpisce e sconcerta anche per la frequenza con la quale ormai quasi quotidianamente e in questo caso addirittura in contemporanea, avvengono episodi criminali di questo tipo – ha aggiunto Ganau. Bene hanno fatto i parlamentari sardi che proprio a pochi giorni dall’attentato al vicesindaco di Belvì hanno deciso di scrivere direttamente al Ministro Alfano e al Presidente Grasso. Occorre ora senza più alcuna esitazione un fronte comune che coinvolga direttamente parlamentari sardi, deputati e senatori, la Giunta e l’intera Assemblea sarda. Servono risposte immediate per le quali la Sardegna e i suoi amministratori non possono più aspettare. Bene l’Osservatorio attivato dal Ministro Alfano – ha concluso Ganau – ma occorrono risorse, mezzi e uomini per consentire di individuare i colpevoli e azioni mirate a promuovere seriamente una cultura delle legalità»
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