«C’eravamo abituati all’idea che la polizia ci camminasse affianco armata i fucile»
Fotogallery di Walter e Luisa Petrucci
32 morti e 300 feriti, questo l’ultimo bilancio degli attentati a Bruxelles. Di questi, 61 sono ricoverati in condizioni molto gravi nei reparti di terapia intensiva e 4 in coma. A questo, si aggiunge un altro terribile particolare: restano estremamente difficili le operazioni di riconoscimento delle vittime degli attentati.
Tra le vittime anche Jennifer Scintu, tedesca originaria di Ales, nell’Oristanese, risultata sin da subito tra i dispersi fino alla constatazione della sua morte, poche ore fa.
Intanto i residenti non si arrendono perché alla violenza non si può rispondere con la violenza, qualcuno invoca la guerra forse però le giovani generazioni non conoscono la guerra e sperando di non conoscerla mai.
Paola Perra e suo marito da circa un anno si sono trasferiti da Cagliari in Belgio per nuove opportunità di lavoro. Paola, come tanti, non si è voluta piegare alla paura del terrorismo e ci ha scritto queste righe corrente da una piccola galleria di immagini:
«Noi, per quanto stiamo bene, siamo tutti scioccati. Ogni, giorno prima degli attentati, ci avevano fatto credere che la situazione fosse sotto controllo…
Io, come tutti, nel nostro quotidiano passeggiavamo per le vie di Bruxelles senza porci il problema che qualcosa nell’imminente potesse accadere. Dopo i fatti di Parigi del 13 novembre scorso, c’eravamo abituati all’idea che la polizia ci camminasse affianco con i fucili.
Oggi tutto sembra essere fuori controllo e stiamo rivivendo i giorni bui dopo quel maledetto 13 novembre. Ringrazio Dio che Stefano, mio marito, quel giorno non abbia preso la metropolitana per recarsi a lavoro.
Mia madre, oggi, per Pasqua è arrivata dalla Sardegna, inizialmente doveva atterrare all’aeroporto di Zaventem ma tutti i voli sono stati annullati. Fortunatamente non ho trascorso la Pasqua da sola, ho volato io con Ryanair da Charleroi e, finalmente, ci siamo incontrate. Noi non corriamo nessun rischio perché io lavoro tra Alsemberg e Waterloo e fortunatamente viviamo a Beersel zona residenziale e sicura.
Un caro saluto alla Sardegna».
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