Nuoro rischia di perdere una delle sue storiche architetture, di recente messa all’asta dal suo proprietario: il Comune
Da circa una settimana gli operai hanno cinto di transenne lo stabile della Ex Banca d’Italia in piazza Vittorio Emanuele.
Il motivo della messa in sicurezza, data la fatiscènza in cui versa l’edificio è verosimilmente imputabile al pericolo che qualche frammento dei cornicioni o della facciata stessa crolli danneggiando le auto che usualmente sostano lungo la retrostante via Carducci o mettendo a rischio l’incolumità dei pedoni che si trovano a passare sul marciapiede antistante la facciata, che fronteggia i Giardini di piazza Vittorio Emanuele.
Lo storico edificio, già residenza privata, prese le forme attuali con un ampliamento (su progetto dell’ingegner Nieddu) del corpo di fabbrica che ne raddoppiò specularmente fattezze e dimensioni, in occasione dell’elevazione di Nuoro a Capoluogo di provincia, nel 1927, quando divenne sede della Banca d’Italia e tale rimase fino agli anni Settanta, quando fu abbandonato in seguito al trasferimento della filiale in piazza Italia, di fronte alla Questura.
Di notevole interesse storico e architettonico, l’edificio, documentato in diverse immagini fotografiche d’epoca, da allora è rimasto in stato di totale abbandono, che ne ha compromesso la conservazione e la sicurezza, fino ad essere stato messo all’asta di recente, insieme ad altri beni immobili di proprietà del Comune.
Stiamo a vedere se, come più volte è accaduto in un passato neanche troppo lontano (vedi l’esempio del Carcere La Rotonda di via Roma o quello del vecchio e poco distante Palazzo Comunale di Corso Garibaldi con annesso Mercato Civico…), Nuoro assisterà all’ennesimo sfregio con la demolizione di uno dei rari pezzi superstiti della propria storia o a un restauro poco rispettoso dell’architettura originale oppure, come probabilmente capiterà, l’attuale situazione si cristallizzerà nell’indifferenza della collettività.
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