In ogni colpo c’era un informatore tra i vigilantes
Volevano accaparrarsi il record del colpo con il più bottino più ingente, andando in competizione con almeno un altro gruppo criminale presente in Sardegna.
È quanto emerge dalle indagini che ieri hanno portato Polizia e Guardia di finanza a smantellare un’organizzazione specializzata negli assalti ai portavalori.
La presenza di un secondo gruppo specializzato negli assalti si evince analizzando il colpo fallito al caveau di Arzachena. La banda comandata dalle famiglie Arzu e Olianas, dopo il trasferimento del denaro dal caveau, attribuisce la colpa a un secondo gruppo che avrebbe fatto una soffiata alla Polizia, cosa poi realmente avvenuta anche se gli investigatori avevano già avviato le indagini, suggerendo lo spostamento dei soldi.
Non si tratterebbe, però, di un gruppo contrapposto, ma solo di uomini comandati da altre persone. Secondo gli investigatori, infatti, stavano organizzando assieme l’assalto ma la banda di Olianas-Arzu era pronta ad agire, mancava solo il nastro adesivo per piazzare l’esplosivo mentre gli altri volevano rimandarlo a ottobre.
Non è escluso, quindi, che i componenti dei due gruppi si siano incrociati nelle varie rapine.
Così come c’era sempre almeno un informatore tra i vigilantes per ogni colpo portato a termine dalla banda.
Nelle intercettazioni gli indagati parlano di guardie che fornivano dettagli sul trasporto del denaro. Secondo gli investigatori gli informatori avrebbero avuto una percentuale dell’eventuale bottino, ma si sarebbero fermati solo a informazioni sommarie. Ma al momento non ci sono elementi che possano servire a individuare i vigilantes infedeli.
© Tutti i diritti riservati