Confartigianato: 28 milioni di euro di prestiti in meno rispetto al 2014 e condizioni di credito ad alto rischio per gli artigiani sardi

Sonia

Confartigianato: 28 milioni di euro di prestiti in meno rispetto al 2014 e condizioni di credito ad alto rischio per gli artigiani sardi

venerdì 11 Marzo 2016 - 16:41
Confartigianato: 28 milioni di euro di prestiti in meno rispetto al 2014 e condizioni di credito ad alto rischio per gli artigiani sardi

28 milioni di euro in meno rispetto al 2014: l’artigianato sardo soffre di un calo dei prestiti che prosegue da oltre tre anni e che, a settembre 2015, ha segnato un -3,1% rispetto allo stesso periodo del 2014, con soli 876 milioni di euro al settore. Al comparto, rappresentato da 35mila imprese (il 25% del totale delle attività produttive della Sardegna), è andato solo il 7,1% del totale dei
finanziamenti al sistema produttivo isolano.
Allarmante anche la situazione del costo del denaro: gli imprenditori sardi pagano il 1,05% in più (194 punti base) rispetto alla media
nazionale.

Parla chiaro l’ultimo rapporto dell’Ufficio Studi Confartigianato “Tendenze del credito alle imprese artigiane”, che ha analizzato i dati sull’accesso ai finanziamenti delle imprese sarde della Banca
d’Italia e di Artigiancassa: il credito verso le aziende artigiane della Sardegna cala mentre, al contrario, cresce, dell’1,9%, verso tutto il resto dei settori produttivi per il quale il credito erogato
ha raggiunto i 12miliardi e 417milioni di euro.

Tra le regioni la maggiore contrazione è stata registrata in Abruzzo (-8,1%) mentre la minore è quella della Valle D’Aosta (-0,9%), contro
una media nazionale del -4,7%.“

«I cordoni della borsa per le imprese artigiane sarde sono sempre più stretti e la condizione creditizia anziché migliorare peggiora».

È questa la prima dichiarazione della Presidente di Confartigianato Imprese Sardegna, Maria Carmela Folchetti, sui dati del credito
artigiano. «Notiamo che l’erogazione dei finanziamenti migliora per il resto delle imprese regionali mentre per il nostro comparto le finanze
sono sempre più asfittiche”.

«Il finanziamento alle piccole imprese – prosegue la Presidente – resta, purtroppo, ancora legato alla percezione di un credito ad alto rischio e quindi la dinamica di queste erogazioni resta frenata.
Invece, spesso, l’impresa artigiana necessita di finanziamenti molto ridotti e quindi poco appetibili dal sistema bancario che lavora più
sulle grosse somme».

A livello provinciale, netto il calo del credito in Ogliastra con un -5,3% rispetto al 2014 e affidamenti per 31 milioni di euro. Secondo posto per il Medio Campidano con -4,7% e 44 milioni di credito.
Seguono Sassari (-3,8% e 176 milioni), Nuoro (-3,7% e 104 milioni), Cagliari (-3,2% e 237 milioni), Olbia-Tempio (-2,3% e 155 milioni), Oristano (-1,3% e 78 milioni). Chiude Carbonia-Iglesias con un -0,6% e 49 milioni.

Nella nostra regione il peso del credito all’artigianato sull’ammontare dei prestiti erogati al totale delle imprese, supera la media nazionale: 7,1% contro il 5,1% italiano. Focalizzando i dati
sulle province, si rileva che ai primi due posti della classifica nazionale troviamo l’Ogliastra con il 13,2% e  Carbonia-Iglesias con il 12,9%. Segue Sondrio con il 12,3% e Rieti con l’11,8%.

Su un totale di 12miliardi e 417milioni di affidamenti in Sardegna, le “sofferenze” (crediti non restituiti) sono il 21,7% (2miliardi e 697milioni, contro una media italiana del 16,7% (oltre 117miliardi di
crediti non restituiti).

Tra le province con un livello “critico” Carbonia-Igliesias (32,2% di “sofferenze” ovvero 122 milioni non restituiti), Medio Campidano (27,4% e 145 milioni non resti) e Olbia-Tempio (27% e 593 milioni non rientrati).

Nonostante i continui sforzi di Draghi e della BCE, per la riduzione del costo del denaro, gli effetti sulle imprese in Sardegna sono praticamente nulli. A livello nazionale, infatti, l’isola è terza, dopo la Calabria e la Sicilia, con un tasso medio del 7,20%, anche se in calo di 814 punti base rispetto al 2014. Il gap della nostra regione rispetto alla media Italia è di +194 punti base. La condizione
migliore si trova in Trentino, con 4,46 e -80 p.b. rispetto alla media nazionale.

Tra le province, nelle prime 20 posizioni nazionali ne troviamo 4 sarde: al primo posto assoluto Carbonia-Iglesias con il 9,62% e un gap di +436 punti base rispetto alla media nazionale. Al secondo posto l’Ogliastra con l’8,91% (gap di +365 p.b), l’ottavo per Olbia-Tempio con un tasso del 8,38% (gap +312 p.b.) e diciasettesima Sassari con un tasso del 7,90% (gap. + 264 p.b.). Seguono Medio Campidano (6,65% e +169 p.b.), Oristano (6,88% e + 162 p.b.), Nuoro (6,60% e + 134 p.b.). Chiude Cagliari con il +6,56% e +130 p.b.

A Bolzano le condizioni migliori: 4,16 e -110 p.b.) con una media italiana del 5,26% e -91 p.b. rispetto al 2013.

«Non è giusto che tra una impresa sarda e una trentina ci sia una differenza di quasi il 3% del costo del denaro – riprende  la Folchetti – e appare assurdo che una azienda del Sulcis possa pagare un finanziamento il 5,46% in più rispetto a una di Bolzano».
In Sardegna, il 6,4% dei prestiti concessi dalle banche alle Micro e Piccole Imprese (artigiani inclusi) è garantito dai Consorzi Fidi.
L’ammontare del valore del prestito garantito da questi Organismi è il 15,2% del totale dei prestiti delle imprese sotto i 20 addetti. Andando a esaminare le “sofferenze”, si può notare come i prestiti garantiti dai Confidi siano più “sicuri” rispetto a quelli non garantiti; infatti nel primo caso solo il 26,1% dei crediti non rientra contro il 38,7% della seconda ipotesi.

«Questa analisi dimostra quale sia il valore dei Consorzi Fidi Artigiani soprattutto nel limitare le “sofferenze” sui crediti garantiti – continua la Folchetti – anche per questo ribadiamo come
sia necessario il rafforzamento dei Confidi Artigiani, vera  interfaccia che sa leggere i bisogni delle piccole imprese».

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