L’ultimo sversamento risale a stammatina presto.
I pozzetti come da routine giornaliera sono scoppiati improvvisamente e un fiume in piena di melma e altre cose come pannolini, buste di plastica e oggetti non ben identificabili hanno improvvisamente invaso la strada è il marciapiede di via Veneto.
Scene di ordinaria quotidianità alle quali ormai commercianti, residenti e impiegati pubblici di una delle vie più signorili della città, assistono in modo rassegnato e passivo. La morale è infatti, che nonostante ci siano state le dovute segnalazioni alle autorità competenti, spesso nessuno interveniene oppure avviene il gioco dello scarica barile tra Polizia Municipale, Asl e Abbanoa.
Quasi a cadenza quotidiana, da circa un mese, le fogne tracimano anche due o tre volte al giorno.
«Il problema c’è sempre stato ma adesso la situazione si è fatta insostenibile sia per gli ovvi motivi di natura igienico sanitaria e poi per il fetore insopportabile che si sprigiona. Questa mattina presto – racconta un commerciante – ho avvisato dell’ennesimo scoppio delle fogne sia la Polizia Municipale che Abbanoa, entrambi hanno garantito l’intervento ma alle 11, non si era ancora visto nessuno».
Esasperati i commercianti hanno chiesto anche l’intervento dei Carabinieri i quali, capendo la situazione, hanno suggerito di esporre denuncia.
«Quest’estate – racconta un altro esercente – i liquami sono giunti ad invadere i miei locali, posti a grande distanza dal punto di tracimazione, e oltre al danno morale ho dovuto subire anche quello economico avendo dovuto chiudere per diversi giorni».
Una settimana fa stessa scena tra via Piemonte e via Lombardia: qui, dopo diversi giorni di lavoro e strade bloccate al transito, il danno è stato riparato ma chi abita in quella zona di Nuoro, non esclude che il problema, mai risolto alla radice, si ripresenterà a brevissimo.
Sicuramente la causa principale è da imputare anche a quei cittadini che gettano negli scarichi oggetti che intasano gli scarichi ma è indubbio che operatori commerciali e residenti della zona da troppo tempo convivono con un disagio pericoloso al quale nessuna Istituzione ha dedicato il proprio tempo per trovare una soluzione.
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