Nuova udienza questa mattina a Nuoro davanti al Gup Claudio Cozzella per Graziano Mesina: il giudice deve pronunciarsi sulla richiesta di rinvio a giudizio formulata dal Pm Giorgio Bocciarelli nell’ambito di un’inchiesta che vede Mesina indagato come mandante dell’omicidio di Santino Gungui, avvenuto a Mamoiada (Nuoro) nel 1974. Il Gup oggi ha contestato a ‘Grazianeddu’ l’aggravante della premeditazione, come sollecitato dal Pm.
L’udienza è stata aggiornata all’8 marzo su istanza dei legali di Mesina, gli avvocati Maria Luisa Vernier e Beatrice Goddi, che hanno chiesto più tempo per studiare nei dettagli le carte processuali, compresi gli ultimi elementi che hanno portato alla contestazione dell’aggravante. Anche questa mattina, Mesina si è presentato in aula scortato dagli agenti del carcere di Badu ‘e Carros, dove è detenuto, e accompagnato dai suoi avvocati.
La nuova indagine della Procura di Nuoro a carico di Mesina – di nuovo in carcere dal 2013 dopo la grazia concessagli dall’allora presidente della Repubblica Ciampi nel 2004 e ora a processo a Cagliari per associazione per delinquere, traffico di stupefacenti e un’altra lunga serie di reati – risale al luglio scorso.
I carabinieri del nucleo investigativo di Nuoro avevano notificato in carcere all’ex latitante un avviso di conclusione dell’indagine per l’omicidio di Sebastiano Gungui, classe 1937, ucciso a Mamoiada nella notte tra il 24 e il 25 dicembre del 1974. La svolta dalle intercettazioni che nel 2013 hanno portato all’arresto di Mesina e della sua banda.
All’epoca del delitto ‘Grazianeddu’ era in carcere ma, secondo l’accusa, avrebbe commissionato il delitto per punire Gungui del fatto di essersi tenuto i soldi che avrebbe invece dovuto consegnare a suoi uomini di fiducia. E di questo, l’ex primula rossa, si sarebbe vantato con i complici del traffico di droga senza sapere di essere intercettato.