Risorse per 17,5 milioni ancora ostaggio della burocrazia
Il presidente Roberto Bornioli di Confindustria Centrale denuncia una situazione disastrosa per le agevolazioni e gli investimenti alle imprese relativi ai bandi PIA (Piani di Investimento per Industria e Artigianato) e i PFSL (Piani di Filiera e Sviluppo Locale per le Aree di crisi del Nuorese).
Infatti l’assessore regionale alla Programmazione Paci ha promesso di semplificare l’iter sui nuovi bandi ma Bornioli sottolinea che occorre risolvere prima i problemi burocratici che non permettono di sbloccare le risorse già programmate e stanziate.
«L’iter del PFSL è iniziato nel 2009 con l’istituzione nella Legge Finanziaria delle Aree di crisi- evidenzia il presidente di Confindustra. Nel 2012 arriva una delibera di Giunta che stanzia per il Nuorese 50 milioni di euro. A maggio 2013 si pubblica il primo bando per le imprese; a dicembre 2014 si pubblicano le graduatorie definitive con le aziende beneficiarie. Ebbene, dopo un percorso così travagliato a oggi buona parte delle risorse è ancora nel cassetto. Dai 50 milioni di euro stanziati nel 2012 per i PFSL ne sono spariti 33 milioni: ai 23 milioni destinati alla formazione, alle infrastrutture e alle azioni di contesto – spariti perché pare fossero privi di copertura finanziaria – si aggiungono i 10 milioni di euro del bando per le imprese, non aggiudicati perché privi di soggetti ammissibili. Quel che è peggio è che ora rischiamo di veder svanire nel nulla anche buona parte dei 17,5 milioni impegnati per i PFSL a sostegno degli investimenti aziendali nelle aree di crisi del Nuorese».
Di recente Confindustria centrale ha realizzato un sondaggio dove su un campione di ventidue aziende tra PIA e PFSL, a oggi di fatto pochissime pratiche risultano chiuse. A un anno dalla pubblicazione delle graduatorie definitive dei PIA e dei PFSL (dicembre 2014) sulle 126 aziende della Sardegna centrale risultate beneficiarie si stima che a oggi pochissime pratiche si siano chiuse positivamente. Ciò a causa di numerosi inghippi burocratici e di eccessive rigidità.
Nell’iter istruttorio sono emersi numerosi problemi di comunicazione tra le imprese, l’ente istruttorio Unicredit e l’Assessorato alla Programmazione.
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