“Mi spostava l’antenna del televisore, mi cambiava i canali e mi faceva seccare il prezzemolo col solo pensiero”
L’accusa è quella di omicidio premeditato.
È stato così arrestato stamattina Mario Faris, il pensionato di 74 anni accusato dell’omicidio di Antonio Longu, 71enne suo dirimpettaio nell’appartamento della palazzina di via dei Mille a Lula, dove quest’ultimo è stato freddato l’8 gennaio scorso a colpi di pistola.
Dal giorno del delitto, subito dopo il quale Faris aveva accusato un malore e si era recato all’ospedale San Francesco di Nuoro.
Qui si trova ancora piantonato dai Carabinieri in ospedale e, ora che la prova stub, analizzata dagli specialisti del Ris di Cagliari, è risultata positiva, non appena le sue condizioni di salute lo consentiranno, sarà portato in carcere.
Questa mattina al Comando provinciale di Nuoro sono stati illustrati i dettagli e la dinamica dell’omicidio
Alla base dell’omicidio ci sarebbero stati futili motivi.
Faris, infatti, secondo indiscrezioni, pare incolpasse spesso Longu di “spostargli l’antenna del televisore, cambiargli i canali o fargli seccare il prezzemolo con il solo pensiero…”.
I dissapori tra i due erano noti in paese anche perché, da parte di entrambe le parti, erano scattate le denunce.
Ma se Faris era conosciuto e isolato da tutti per il suo temperamento difficile e violento, Longu era apprezzato per il carattere espansivo e cordiale, tanto che molte volte ironizzava con il suo carnefice sugli argomenti dei quali lo accusava.
Faris, inoltre, ha una storia personale difficile alle spalle: nel 1974 uccise a roncolate la moglie, in Germania (dove la coppia era immigrata) e poi gettato il cadavere in un affluente del Reno. Un omicidio efferato se si considera che la donna era agli ultimi mesi di gravidanza. Condannato per omicidio, l’uomo ha scontato oltre 20 anni di carcere, e poco dopo (era la seconda metà degli anni ’90) ha fatto rientro a Lula.
Questa mattina il maggiore Marco Keten ha spiegato come l’Arma è risalita a individuare in lui l’assassino ovvero non solo per i contrasti tra i due ma per le tante incongruenze che sono emerse durante gli interrogatori e la conseguente ricostruzione della dinamica dei fatti.
Faris, infatti, avebbe dichiarato di essere uscito dalla sua abitazione intorno alle 9 del mattino, quando in realtà il delitto si è consumato molto prima.
Il giorno dell’omicidio, poi, era stato avvistato da una pattuglia dei Carabinieri di Lula a bordo della sua motocarrozzella Ape, intorno alle 10 sulla Statale 131, quando il cadavere di Longu non era stato ancora scoperto. Un orario compatibile con la morte del suo vicino di casa, collocata dal medico legale tra le 9.15 e le 9.30.
Intorno alle 10.40, infine, si era presentato all’ospedale Zonchello di Nuoro accusando un malore. Da qui era stato accompagnato al Pronto soccorso dell’ospedale San Francesco, dove è ancora ricoverato in attesa delle dimissioni e piantonato dai Carabinieri.
«Che i rapporti tra Longu e Faris fossero pessimi era risaputo sia dai paesani che dalle forze dell’ordine – ha spiegato ancora Keten – i due si erano anche denunciati a vicenda e Farris aveva querelato Longu perché sospettava che quest’ultimo manomettesse al sua antenna tv.
Non solo: pare che Faris accusasse il vicino di casa di essere capace di seccare il prezzemolo che coltivava, solo con uno sguardo».
L’ex emigrato, però, non ha mai ammesso le sue colpe ne mai è stata ritrovata la pistola, una calibro 7.65, che ha sparato i due colpi mortali che hanno raggiunto al capo della vittima.
Tra qualche giorno Faris sarà sottoposto all’interrogatorio di garanzia da parte del Gip e non appena le sue condizioni di salute lo consentiranno sarà trasferito dall’ospedale al carcere nuorese di Badu ‘e Carros».
© Tutti i diritti riservati