Ecco la nuova articolazione degli enti locali

Due livelli amministrativi: Regione e Comuni. Addio a quattro Province

Ambito territoriale ottimale, Città metropolitana di Cagliari, Città media, Rete urbana, Rete metropolitana e Ambiti territoriali strategici.

È questa la nuova articolazione delle autonomie locali nell’Isola dopo la riforma approvata oggi. Due i livelli amministrativi ai quali i cittadini saranno chiamati a contribuire con il voto alle elezioni: la Regione e i Comuni.

Le Province storiche restano depotenziate in attesa della definitiva cancellazione: Cagliari – oggi Sud Sardegna con l’avvento della Città metropolitana – Oristano, Nuoro e Sassari. Serviranno però circa tre mesi per l’attuazione.

La Città metropolitana di Cagliari comprende oltre al comune capoluogo 16 amministrazioni limitrofe: Assemini, Capoterra, Elmas, Monserrato, Quartu Sant’Elena, Quartucciu, Selargius, Sestu, Decimomannu, Maracalagonis, Pula, Sarroch, Settimo San Pietro, Sinnai, Villa San Pietro e Uta. Resta in piedi la Municipalità di Pirri (frazione di Cagliari). A guidare questo nuovo ente locale è il sindaco di Cagliari che assume le funzioni di sindaco metropolitano, eletto direttamente dai cittadini insieme al consiglio metropolitano. Il sindaco potrà nominare un vicesindaco e decade dalla carica alla cessazione della funzione di sindaco di Cagliari. Il nuovo Consiglio metropolitano è composto da 34 eletti. Le funzioni di questo nuovo ente locale sono: piano strategico e pianificazione territoriale, gestione coordinata dei servizi pubblici, mobilità, viabilità e trasporti, scuole superiori, ambiente e gestione integrata dei rifiuti, attività produttive.

La Città media è un comune con popolazione superiore ai trentamila abitanti: quindi Sassari, Olbia, Nuoro, Oristano, Alghero e Carbonia-Iglesias, nell’ipotesi di una fusione tra i due Comuni. In questo elenco rientra anche Quartu Sant’Elena che però è stata inserita tra le 17 amministrazioni della Città metropolitana di Cagliari: avrà 20 giorni, dopo l’approvazione della legge, per decidere se restare all’interno o distaccarsi.

Le Unioni dei Comuni assurgono a enti locali con autonomia normativa, organizzativa, finanziaria e hanno potestà statutaria e regolamentare.

Tutti i Comuni della Sardegna hanno l’obbligo di associarsi in Unione, salvo quelli facenti parte della Città metropolitana di Cagliari e le Città medie. Le Unioni di Comuni sono costituite da quattro o più Comuni contermini, con popolazione complessiva non inferiore a 10.000 abitanti. Entro 90 giorni dall’approvazione del piano territoriale, i Comuni non appartenenti a Unioni devono aderire ad una Unione già esistente. Alle Unioni vengono trasferite le funzioni già conferite alle Province: risorse idriche, agricoltura, industria, energia, fiere e commercio, beni culturali, spettacolo e attività culturali, sport, cultura e lingua sarda, istruzione, viabilità, turismo. Tre le categorie di Unioni. Ci sono quelle semplici oltre i 10mila abitanti: ne esistono già 40 formate, ma tre risultano non avere il requisito minimo della popolazione, mentre sono 41 i Comuni che non fanno attualmente parte di nessuna Unione. Unica deroga è per Golfo Aranci, il Comune che confina solo con Olbia e che potrà associarsi anche con altri Comuni non confinanti.

Poi c’è la Rete urbana ossia l’Unione dei Comuni costituita da una o più Città medie e da uno o più Comuni che superano i cinquantamila abitanti e quindi la Rete metropolitana, uno status più “rinforzato” che aggrega due città medie nelle quali viva una popolazione di almeno 150 mila abitanti e nel cui territorio sino presenti sistemi di trasporto di interesse nazionale come porti e aeroporti. Nell’Isola c’è un solo caso: Sassari con Alghero, Porto Torres, Stintino, Sorso, Sennori e Castelsardo. Province – Vengono individuati come ambiti territoriali strategici quelli di area vasta che andranno di fatto a sostituire le Province nelle funzioni anche nella materia di sviluppo economico-sociale e di pianificazione strategica.

Le Province soppresse sono quelle abrogate dal referendum del 2012, ossia Sulcis, Gallura, Medio Campidano e Ogliastra. Rimarranno alle Province solo alcune funzioni fondamentali, tra le quali le strade provinciali e le scuole superiori. Perequazioni – Diversi articoli tentano di fare da contrappeso alla Città metropolitana di Cagliari che accentra risorse nazionali, regionali ed europee. Viene previsto il finanziamento della Regione per misure perequative, il via libera alle zone “a burocrazia zero” con una sperimentazione che può coinvolgere tutti i Comuni dell’Isola e non solo quelli montani, mentre i centri facenti parte di una Unione di Comuni, il cui territorio coincide integralmente con quello di uno o più isole, costituiscono “sub ambiti territoriali”. Nasce infine l’osservatorio per il riordino degli enti locali con funzioni di monitoraggio sull’attuazione della legge.

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Sonia