Santino Gungui, classe 1937, venne assassinato a Mamoiada nella notte tra il 24 e il 25 dicembre e dopo 41 anni Graziano Mesina, l’ex primula rossa del banditismo sardo è stato accusato dalla Procura della Repubblica di Nuoro di essere il presunto mandante di quell’omicidio.
Ieri mattina “Grazianeddu” si è presentato davanti al Gup del tribunale di Nuoro Claudio Cozzella, scortato dagli agenti del carcere di Badu ‘e Carros (dove è detenuto) e accompagnato dai suoi avvocati Maria Luisa Vernier e Beatrice Goddi.
L’udienza – che doveva decidere sulla richiesta di rinvio a giudizio formulata dal Pm Giorgio Bocciarelli nei confronti di Mesina è stata rinviata al 9 febbraio su istanza dei legali di Mesina che hanno chiesto altro tempo per uno studio più approfondito delle carte. La nuova indagine della procura di Nuoro per Mesina – di nuovo in carcere dal 2013 dopo la grazia concessagli dall’allora presidente della Repubblica Ciampi nel 2004 e ora a processo a Cagliari per associazione per delinquere, traffico di stupefacenti e un’altra lunga serie di reati – era arrivata come un clamoroso colpo di scena nel luglio scorso.
I carabinieri del nucleo investigativo di Nuoro avevano notificato in carcere all’ex latitante un avviso di conclusa indagine per l’omicidio avvenuto a Mamoiada, nella notte tra il 24 e il 25 dicembre del 1974, di Santino Gungui, classe 1937.
Gli inquirenti sarebbero riusciti a far luce sul vecchio episodio grazie alle intercettazioni che nel 2013 hanno portato all’arresto dello stesso Mesina. All’epoca dei fatti, nel 1974, ‘Grazianeddu’ era in carcere ma, secondo le carte della pubblica accusa, avrebbe commissionato il delitto per punire Gungui del fatto di essersi tenuto i soldi che avrebbe invece dovuto consegnare a suoi uomini di fiducia.
E di questo, l’ex primula rossa, si sarebbe vantato con i complici nel traffico di droga, poco prima di essere arrestato, senza sapere di essere intercettato.
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