«Continua l’operazione “faccia di bronzo” del gruppo consiliare del PD». Lo evidenzia il vice sindaco Sebastian Cocco rispondendo ai consiglieri Bianchi, Moro e Sulas che hanno attaccato la maggioranza sulla mancata apertura del Tribu.
«Dopo l’interpellanza sugli inesistenti contributi del 2014 alle associazioni sportive e quella sul definanziamento del palazzetto dello sport, frutto anche della loro triennale inerzia, chiedono di sapere, con farisaico stupore, le ragioni della chiusura di questo spazio museale» afferma il vice sindaco.
Cocco ricorda che la struttura è stata chiusa proprio dagli sconcertati interpellanti nel novembre 2014, e, inoltre, che la Regione «ha bocciato più volte il riconoscimento del titolo di museo regionale scrivendo, che lo statuto dello “Spazio Tribu” è un feticcio giuridico».
«In questo quadro, le chiacchiere vogliono che alcuni di costoro siano addirittura in corsa per la prossima presidenza dell’Isre» precisa Cocco nella nota stampa e sui lavori afferma che «questi sono stati conclusi, pagati e rendicontati in Regione entro il termine ultimo del 31 Dicembre 2015 grazie a un vero e proprio tour de force serrato degli uffici comunali. Per poter riaprire il Museo occorre ancora portare a termine alcuni piccoli interventi in corso (potenziamento della fornitura elettrica e rilevatori di gas) che, comunque, esulano dalle opere facenti parte da quelle principali».
«Sotto il profilo gestionale, verrà siglato la settimana prossima tra Comune, Provincia e Man un accordo di collaborazione per una offerta museale integrata e razionale.Si tratta di un esperimento a carattere temporaneo, in virtù del quale si arricchirà l’esposizione permanente di Francesco Ciusa– conclude Cocco. Quello che va scongiurato invece è il tentativo del PD in consiglio regionale, attraverso la fumosa e abusata figura del Polo Culturale Nuorese, di far mettere le mani alla Regione – a costo zero e quindi senza garanzie per il futuro degli enti e dei lavoratori- sulle nostre istituzioni più importanti (Man, biblioteca Satta, Consorzio Universitario) al solo scopo di nominare ai vertici i sodali più o meno titolati ma senza avere un minimo di visione complessiva».
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