Folchetti:«bisogna approfittare del bonus energia»
Il 61,8% delle abitazioni sarde non è isolato termicamente: un danno per economia e ambiente.
Lo evidenzia la presidente Folchetti: «approfittare del bonus energia e ristrutturazioni contro caldo, freddo e spreco di energia». In Sardegna il settore dell’impiantistica registra oltre 3mila imprese che danno lavoro a quasi 6mila addetti. In Sardegna sono ancora troppe le case prive di isolamento termico; il 61,8% delle famiglie, infatti, risiede in abitazioni prive di intercapedini, cappotti esterni o interni.
Ciò significa dispersione di calore in inverno ed accumulo di calore in estate, elevato uso dei sistemi di climatizzazione, e conseguente spreco di carburante o di energia elettrica. Quindi, nell’isola ancora troppe case vecchie e poco coibentate. «È questo il patrimonio immobiliare sardo che risulta dal dossier di Confartigianato sull’Isolamento termico e gli impianti di riscaldamento nell’isola. In queste giornate di persistente, e insolito, clima primaverile – afferma la Presidente di Confartigianato Imprese Sardegna, Maria Carmela Folchetti – le basse temperature sono ancora accettabili e quindi gli impianti di riscaldamento girano ancora al minimo. “l problema si pone quando il caldo estivo diventa torrido e il freddo invernale di trasforma in gelo – continua la Presidente – allora lì si capisce quanto sia importante vivere in abitazioni sane e poco energivore».
«Con un piccolo investimento, la cui maggior parte viene recuperata tramite gli appena riconfermati bonus energia e bonus ristrutturazioni – riprende la Folchetti – è possibile tagliare la spesa per riscaldamento e raffrescamento e non inquinare l’ambiente. Quello del rifinanziamento dei 2 bonus, è un intervento fortemente sollecitato da Confartigianato che coglie numerosi obiettivi come il rilancio delle imprese che si occupano di costruzioni e ristrutturazioni ma anche di riqualificazione del patrimonio immobiliare, del risparmio energetico, della difesa dell’ambiente e dell’emersione delle attività irregolari».
La Sardegna, con il 95,4% delle abitazioni dotate di sistemi di riscaldamento è la seconda regione italiana, dopo la Sicilia, con il minor numero di impianti. Di questi, ben il 58,9% (record italiano) è costituito da apparecchi singoli fissi o portatili (stufe e pompe di calore indipendenti); di conseguenza solo l’8,9% delle case è dotato di impianti centralizzati (come quelli nei condomini a gasolio o gpl) e il restante 32,2% ha impianti autonomi (a diffusione totale elettrico o gpl).
La fonte di alimentazione degli impianti in Sardegna, non essendoci il metano, è per il 40,2% la biomassa (legna, pellet o energia prodotta dagli scarti di lavorazione). Seguono il GPL per il 21,1%, l’energia elettrica per il 19,7% e il gasolio per il 18,9%.