La proposta: un referendum per ripristinare in città l’autogoverno dell’acqua
Alla vigilia dei festeggiamenti di fine anno, Gianfranco Seddone, direttore dell’APAN fa un’analisi lucida e spietata della situazione desolante in cui versano Nuoro e il Nuorese, sempre più depauperati dei loro istituti amministrativi e di fornitura di servizi e, guardando in prospettiva, prossimi a essere depredati degli ultimi rimasti.
«Nel 2007 – esordisce Seddone – alla Giunta Regionale Soru venne la brillante idea di approvare la costituzione di un gestore unico del servizio idrico integrato. Questo significò affidare a Cagliari tutta l’organizzazione tecnica, amministrativa e legale del bene “acqua”. Era lo smantellamento di un terzo Ente Pubblico la cui sede veniva trasferita nel capoluogo sardo col benestare dei politici, dei sindacati e di alcuni Amministrazioni del nostro territorio (in prima linea il Comune di Nuoro). A quella nefasta soluzione furono contrari il Presidente della Provincia di Nuoro, l’A.P.A.N. Sardegna, che rappresenta l’Associazione delle Piccole e Medie Aziende e diversi componenti del Consiglio di amministrazione del Govossai».
«In quegli anni – prosegue il Direttore – da Nuoro venne spostata anche la sede della Telecom, l’ufficio di corrispondenza delle Poste (oltre che, come già detto, quello del Govossai). Questi tre enti garantivano un servizio importante per tutto il territorio in termini di occupazione e utenza proveniente dai Comuni del Nuorese per il disbrigo delle diverse richieste e definizione delle pratiche. Tutto ciò costituiva una vera e propria risorsa economica. Oltre 1250 persone al giorno usufruivano dei servizi erogati da questi enti con l’effetto di trattenersi in città per una mattinata intera.
Negli anni il Nuorese è stato depauperato di servizi di rilievo: Banca d’Italia, Ufficio Provinciale del Tesoro (o Tesoreria Provinciale) la Provincia, e attualmente, come già decretato, la Motorizzazione Civile, la Camera di Commercio e l’Archivio di Stato.
Cosa rimarrà nel Nuorese quando trasferiranno le sedi dell’I.N.P.S. e dell’I.N.A.I.L.? Cosa rimarrà ancora da sottrarre di molto importante dalla nostra città? La Prefettura? La Questura? L’Etnografico? Quale altri tagli diabolici realizzeranno il Governo Italiano e quello Regionale? Il capoluogo barbaricino e il Nuorese sono schiacciati dalla arroganza di Cagliari e resta uno dei territori italiani più colpiti dalla crisi essendo in classifica addirittura distante anche da Oristano».
Ecco dunque la soluzione da Gianfranco Seddone: «Ebbene, iniziamo a ripristinare in città l’autogoverno dell’acqua a suo tempo annullato dall’entrata in vigore di Abbanoa, che è causa di forti disagi tra gli utenti che vanno dai continui aumenti delle tariffe, alla mancata manutenzione e riparazione delle condotte con conseguenti perdite di centinaio di metri cubi d’acqua, oltre alla non potabilità che si verifica in molti centri abitati. Una soluzione potrebbe quella di costituire un Consorzio in sinergia con i Comuni di Orgosolo, Oliena, Gavoi, Torpè, Posada dove sono ubicati i maggiori invasi. Il Consorzio dovrebbe essere gestito dagli attuali uffici ex Govossai di Nuoro senza Consiglio di Amministrazione di alcun tipo.
L’A.P.A.N. Sardegna intende promuovere un referendum in accordo con i Sindaci del territorio. Solo con la costituzione dell’autogoverno dell’acqua si possono ripristinare tariffe più eque con la possibilità di avere una gestione della risorsa idrica effettiva ed efficiente, senza delegare ogni decisione ad un organo regionale che ad oggi si è dimostrato fallimentare sotto ogni punto di vista»
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