Emigrato sardo cremato all’insaputa della famiglia: pronta denuncia

Sonia

Emigrato sardo cremato all’insaputa della famiglia: pronta denuncia

domenica 06 Dicembre 2015 - 08:08
Emigrato sardo cremato all’insaputa della famiglia: pronta denuncia

Le sorelle all’attacco: vogliamo la verità, troppi abusi in Germania

Morto e cremato in Germania all’insaputa dei familiari, il caso dell’emigrato sardo Pietro Luigi Antonio Loi, operaio di 63 anni di Loceri, in Ogliastra – di cui si è occupata la stampa locale – avrà uno strascico penale. Le due sorelle dell’uomo, infatti, si sono presentate questa mattina al commissariato di Lanusei per sporgere denuncia.

«Ora stanno istruendo la pratica – spiegano Lidia e Tonina Loi, di 65 e 57 anni – e al momento dobbiamo capire contro chi presentare la denuncia. In questa vicenda ci sono troppi buchi e qualche abuso: come si sono permessi di cremare nostro fratello senza prima avvisarci? Stiamo aspettando la chiamata del Consolato per partire in Germania e portare indietro le ceneri di Pietro, ma anche per andare alla sua casa e capire meglio cosa sia successo».

I familiari dell’operaio scomparso, che abitava a Velbert a un’ora dal confine olandese, vogliono risalire ai responsabili del procedimento di cremazione e soprattutto vogliono sapere la verità sulla causa di morte del congiunto, sulla reale data di morte e su come sono andate le cose al momento del ritrovamento del cadavere.

Nessuna comunicazione ufficiale alla famiglia di origine di Loi, solo un freddo certificato di morte, arrivato l’1 dicembre all’ufficio anagrafe del comune di Loceri. «È stato un dolore troppo grande averlo appreso in questo modo – sottolinea Lidia – Pietro era molto legato a noi e lo avevamo sentito una decina di giorni prima. Era contento perché dopo varie peripezie lo Stato tedesco aveva accettato la sua domanda di pensione. Non stava bene, aveva una bronchite asmatica che non gli dava tregua e credo che anche per questo lo abbiano mandato in pensione, certo non sapevamo che stesse così male da poter morire in pochi giorni. Ma è solo dopo, attraverso il Consolato a cui abbiamo chiesto dove andare per riportare a casa la salma di Pietro, che ci è arrivata la notizia della cremazione. Ci è caduto il mondo addosso».

Pietro Luigi Antonio Loi era partito in Germania 38 anni fa, quando dopo la maturità classica e qualche anno di università aveva deciso di non pesare più sulla famiglia e cercare fortuna in Germania.

«Fino al 1996, quando sono morti i nostri genitori, tornava tutti gli anni – racconta Tonina – poi ha diradato ma chiamava tutte le domeniche. Partiremo in Germania nei prossimi giorni perché qui nulla e chiaro: ci hanno dato diverse versioni sia delle date presunte di morte, sia sulle modalità di ritrovamento del cadavere. Una volta lì vogliamo recuperare gli effetti personali di mio fratello, ma soprattutto vogliamo conoscere la verità sulla sua morte».

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