La legge di riforma degli Enti locali deve essere sospesa. È questo il punto fondamentale del documento approvato da oltre cento sindaci del centro nord Sardegna, riuniti venerdì scorso a Nuoro e che è stato consegnato al Consiglio regionale. L’altro punto è la collaborazione delle istituzioni regionali e locali al processo legislativo; il riconoscimento degli stessi diritti per tutti i Comuni sardi: non ci deve essere una differenziazione tra sindaci di serie A e sindaci di serie B; una riforma che si fondi sul riconoscimento dei Comuni e non sull’Unione dei comuni che non è riconosciuto nella Costituzione; rispetto dei diritti sanciti dalla Corte Europea delle Autonomie Locali.
L’appuntamento dei sindaci è per martedì prossimo all’assemblea generale di tutti i comuni della Sardegna promossa dall’Anci in vista dell’appuntamento del 9 dicembre quando la legge di riordino degli enti locali sarà in aula.
Secondo il presidente dell’Anci, Piersandro Scanu, presente a Nuoro, ad Abbasanta l’assemblea dei sindaci dovrá trovare un punto di sintesi con la quale proporre una alternativa alla legge. «Bisogna sollecitare una legge che svuoti il dinosauro Regione e trasferisca ai Comuni le funzioni di cui si dovrà spogliare l’ente regionale- ha detto Scanu-. È necessario abbattere il suo centralismo e valorizzare i Comuni. La nostra idea di Sardegna deve essere quella di uno sviluppo armonico: devo o mettere i cittadini del comune piccolo e periferico, nella situazione di godere degli stessi diritti del cittadino della grande cittá. Serve la costituzione di aree vaste e una attenzione maggiore verso i comuni piú deboli».
Fra le tante voci di protesta contro l’attuale proposta di riordino delle autonomie locali c’è anche quella dei dipendenti. In occasione dell’incontro dei sindaci promosso dal sindaco Andrea Soddu ne ha parlato Carla Zirottu, dipendente precaria della Provincia di Nuoro da quasi 11 anni.
«Il disegno di Legge proposto dall’Assessore Erriu ha fra le tante criticità messe in luce anche quella di non affrontare il problema del personale, rimanda la questione ad un successivo atto (delibera di Giusta regionale) da emanarsi entro tre mesi dall’entrata in vigore della legge. La proposta di legge e la discussione politica si soffermano sugli aspetti organizzativi delle nuove strutture, Citta Metropolitana, Unioni di Comuni, province (con l’apparizione di una nuova provincia: quella del Sud Sardegna). I dipendenti non ci stanno, vogliono chiarezza sul loro futuro lavorativo e lo vogliono subito- ha evidenziato Carla Zirottu nel suo intervento. Si era detto “nessuno resterà a casa” ma così non sarà: la situazione dei precari è ormai drammatica perché i tempi previsti dalla legge non tengono assolutamente conto del fatto che i contratti di questa categoria scadranno il prossimo 31 dicembre. Dalla ricognizione fatta il mese scorso i precari delle Province sarde sono 57, di cui 31 nella sola Provincia di Nuoro e solo 14 in possesso dei requisiti di stabilizzazione. Ci auspichiamo che il governo regionale possa trovare una soluzione che valorizzi le professionalità e tenga conto del servizio maturato, rimaniamo in attesa di un provvedimento ad hoc non rassegnandoci all’idea che dopo tanti anni si debba far pagare il prezzo della riforma ai precari».