Una marcia per la pace ha invaso le vie cittadine come uno tsunami
C’erano tutti gli studenti ieri mattina, e hanno marciato in modo compatto per dire no alla violenza.
Come uno tsunami hanno invaso le vie del Capoluogo Barbaricino per dire no agli attentati di Parigi che hanno spezzato giovani vite come le loro, per dire no alla follia dell’ISIS che, a prescindere dalle cause che lo hanno originato, distrugge tutto ciò che incontra. “La guerra non è forza ma debolezza” recitava così lo striscione portato dagli studenti che ha aperto il corteo e loro,hanno dimostrato che la forza sta nel gridare uniti un messaggio di pace all’umanità contro tutte le guerre del mondo.
L’iniziativa è partita dai rappresentanti degli Istituti superiori, appoggiati dalla Consulta Provinciale, dalle Istituzioni e dai dirigenti scolastici che hanno creduto nell’iniziativa di questa generazione, che, ha dimostrato di essere sensibile alle tragedie del mondo e di non vivere solo di social network e internet.
Una tragedia come quella parigina, che ha mietuto complessivamente 129 vittime e causato 350 feriti, giovani e adulti innocenti la cui unica colpa, in quel momento di vivere la propria quotidianità, fatta di musica, teatro, cinema e sport.
Canti a tenores, lettere e canzoni hanno animato il corteo pacifico che è partito alle 8.30 esatte da piazza Sardegna e dopo una prima sosta alla stazione si è snodato lungo le vie cittadine principali, concludendo il proprio percorso ai giardini pubblici di Vittorio Emanuele.
«Il perché della manifestazione? Lo scopo della marcia era quello di far sentire la nostra voce, far valere la nostra opinione che si oppone a ogni forma di violenza; oltre a essere un gesto di solidarietà per le vittime degli attacchi terroristici, poi, è stato anche un modo per sensibilizzare la nostra comunità e in particolare noi giovani. È ovvio che la nostra marcia non porterà la pace nel mondo ma nel nostro piccolo, abbiamo cercato di dare il meglio» afferma Antonio Tatti, rappresentante d’istituto del liceo ginnasio “Giorgio Asproni”.
Fra le canzoni intonate come colonna sonora della manifestazione anche Imagine di John Lennon, eseguita sul sagrato della chiesa delle Grazie dai ragazzi del liceo Musicale Satta, mentre i canti in sardo improvvisati sono stati proposti dagli studenti di Bitti e di Orgosolo che hanno letto anche poesie in “limba”.
«Maledetti terroristi, sono Chaima Fatihi, ho 22 anni, sono italiana musulmana ed europea. Vi scrivo perché possiate comprendere che non ci avrete mai – ha detto la studentessa del liceo Asproni in una lettera indirizzata ai terroristi. Non farete dell’Islam ciò che non è, non farete dell’Europa un luogo di massacri e non avrà efficacia il vostro progetto di terrore. La mia religione, l’Islam, predica pace e insegna valori come la gentilezza, la libertà, l’educazione e la giustizia. Voi siete ciò che l’Islam ha contrastato da secoli.
«La nostra manifestazione è una goccia nel mare – precisa Ignazio Chessa, dello scientifico Fermi – e non risolverà certo i problemi del mondo ma vuole essere uno dei tanti messaggi lanciati da noi giovani per costruire un futuro migliore».
Intanto, però, goccia dopo goccia si scavano le rocce e si formano i mari e la voce di questi ragazzi non fermerà le guerre ma almeno si ribella a tutte le forme di violenze.
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