Aumentano gli sos di chi non ce la fa più. Lo dicono i numeri: crescono le persone che si rivolgono ai Centri di ascolto della Caritas.
Sono salite nel 2014 a quota 6.882 contro le 6.221 dell’anno precedente.
Nel 2007, prima della crisi, erano solo 2.199. In difficoltà soprattutto i quarantenni: la fascia di età che maggiormente chiede aiuto è quella tra i 45 e i 49 anni. Problemi economici e di lavoro soprattutto. Le richieste più frequenti: il pagamento della bolletta dell’energia elettrica o del telefono, la possibilità di avvalersi di un servizio di mensa, del vestiario, dei sussidi economici, una consulenza legale. Sono i punti chiave del Report su povertà ed esclusione sociale presentato oggi dalla Caritas. Complessivamente sono 108mila le famiglie indigenti nell’Isola, 7.000 solo a Cagliari le persone che vivono in povertà assoluta. «Non va trascurato il fatto – hanno spiegato i curatori del dossier – che si tratta della cosiddetta ‘punta di un iceberg’, in quanto molte persone non conoscono i servizi offerti dalla rete Caritas e tante altre, per pudore, non hanno il coraggio di chiedere aiuto».
Persone fragili che vivono in famiglie povere. Per quanto attiene lo stato civile le due componenti quantitativamente più importanti sono costituite rispettivamente da quanti hanno dichiarato di essere sposati (44,6%) e dai non coniugati (28,2%). Una componente ugualmente rilevante è costituita sia dalle persone separate legalmente sia dai divorziati, in quanto comprendono complessivamente il 17% di tutte le persone ascoltate. Fra i divorziati e soprattutto fra i separati è la componente femminile a registrare una maggiore esposizione a situazioni di vulnerabilità sociale. La maggior parte delle persone ascoltate vive in un domicilio proprio: si tratta di una quota pari al 92,8% del totale.
Tuttavia, non sono poche le persone (pari al 5,1%), in gran parte di sesso maschile, risultate senza un domicilio stabile o in una situazione di precarietà abitativa. La metà delle persone ascoltate (50,2%) ha dichiarato di possedere la sola licenza media inferiore. Quattro quinti (80,6%) delle persone che si sono rivolte ai Centri di ascolto possiede un livello di istruzione basso o medio-basso, non ha conseguito alcun titolo di studio o è analfabeta. «Questo conferma con tutta evidenza – si sottolinea nel dossier – la strettissima correlazione esistente fra un livello non sufficiente di scolarizzazione e una maggiore esposizione ai fenomeni di vulnerabilità sociale. Si tratta di un aspetto reso ancora più evidente in questi anni di crisi economica. Delle 6.882 persone ascoltate, una o più volte, presso i Centri di ascolto della rete Caritas in Sardegna nel corso del 2014, la maggior parte è costituita da cittadini italiani (il 72,1%). Gli stranieri ascoltati, rispetto ai quali è stato possibile risalire al Paese d’origine, sono stati in tutto 1.430».