Stefania Chisu: «Non sminuiamo il lavoro della Commissione Pari Opportunità….»

Sonia

Stefania Chisu: «Non sminuiamo il lavoro della Commissione Pari Opportunità….»

martedì 24 Novembre 2015 - 15:13
Stefania Chisu: «Non sminuiamo il lavoro della Commissione Pari Opportunità….»

Stefania Chisu (© foto S.Novellu)

Far parte di questo organismo significa, soprattutto per chi viaggia da lontano, fare volontariato ma lo fai, con impegno e dedizione, studiando, documentandoti e cercando di partecipare a ogni genere di evento, rimettendoci consapevolmente anche il tuo tempo, perché l’importante è esserci

In occasione del 25 novembre, giornata contro la violenza sulle donne, Stefania Chisu, presidente della Commissione Pari Opportunità scrive sul ruolo di questo organismo e sulle tante iniziative che sono state realizzate nel corso degli anni da questo organismo.

In seguito alle polemiche succedutesi in quest’ultimo mese e mezzo, legate a un commento da me pubblicato sulla bacheca di un social network, mi preme intervenire e fare un po’ di chiarezza sull’attività svolta dalla Commissione Regionale Pari Opportunità sia negli ultimi vent’anni che dal 2012, anno, nel quale ho assunto il ruolo di presidente.

Finché le critiche e il tentativo di screditare  la preparazione e l’adeguatezza sono rimasti contro la sottoscritta, ho evitato inutili polemiche ma nel momento in cui si attacca l’Istituzione nel suo complesso e quindi le altre commissarie allora sì, è doveroso intervenire.

La CRPO è stata istituita con la legge regionale n.39 del 13 giugno 1989 e i suoi compiti sono assegnati dalla stessa legge consultabile sul sito istituzionale della Regione.

Dopo 26 anni tale legge appare per certi aspetti obsoleta ma sostanzialmente la maggior parte delle finalità assegnate non trovano ancora oggi una risposta esaustiva alle problematiche legate alla condizione femminile.

Se anche non si trovassero altre motivazioni basterebbe questa a tenere in piedi un organismo di parità che operi su tutto il territorio regionale.

Che poi  ci siano da rivedere alcuni punti critici quali le modalità di nomina, chi siano gli interlocutori istituzionali e che rapporti instaurare,  quanto su di essi possano influire le proposte della commissione, credo  che su questo punto siamo tutti d’accordo.

Come sarebbero da rivedere altri aspetti quali i permessi dal lavoro per partecipare ai lavori della commissione e i rimborsi.

Il budget che la CRPO aveva a disposizione finché c’era la lira variava dai  450 ai 600 milioni, trasformati poi in 200 mila euro e credo di non dire niente di anomalo se, affermo, che non è esattamente la stessa cosa.

I 200 mila euro sono stati poi ridotti da 90 a  75mila fino ad arrivare al 2015  dove sono stati assegnati 40mila euro.

Abbiamo più volte chiesto di incontrare l’attuale presidente della Regione così come facemmo con il precedente (perché veniamo nominate dai capigruppo in consiglio regionale ma per il resto facciamo capo alla presidenza), per cercar di trovare una soluzione ai problemi legati all’attività stessa della commissione.

Inoltre, dagli storici uffici di Viale Trento, la sede è stata spostata in Via Roma, negli uffici che prima erano del CREL. Lì naturalmente ad accoglierci c’è solo una o due guardie, né una segretaria, né una funzionaria (come invece avevamo fino a qualche mese fa) che segua la nostra attività, ci sono tre stanze nelle quali hanno portato un po’ di cose appartenenti alla commissione, tra esse un computer che però ancora non è stato reso fruibile alle commissarie e uno splendido fotocopiatore.

Far parte della Commissione Regionale Pari Opportunità significa, soprattutto per chi viaggia da lontano, far volontariato e se lo fai con impegno e dedizione, studiando, documentandoti e cercando di partecipare ad eventi, manifestazioni e/o convegni rimetterci anche il tuo tempo, perché è importante esserci, far sapere che la commissione è lì, viva e vitale nonostante tutto. A meno che, come spesso è accaduto, non si accetti l’incarico solo per fregiarsene nelle riunioni di partito, nei convegni della propria città, per quel po’ di visibilità che tale incarico darebbe (?) rimanendo quasi perfette sconosciute alle stesse commissarie, per saltar fuori quando si riescono a creare determinate condizioni politiche obbedienti alla linea del partito di appartenenza.

Ecco allora che strumentalizzare un episodio che ai più è completamente sfuggito ma che ancora genera tanta riprovazione in altri, per attaccare l’intero operato della commissione, diventa, alla luce di quanto appena esposto, ancora più fastidioso ed odioso.

La commissione Regionale Pari Opportunità della quale abbiamo celebrato i 20 anni nel gennaio 2013, con un partecipato convegno al quale, ha sempre lavorato, senza sosta, anche nei periodi a cavallo tra mandati diversi, portando avanti importantissime iniziative.

Vorrei poterle citare tutte, perché ognuna di esse ha lasciato un segno. Spesso la CRPO ha precorso i tempi come ad esempio, parlando di medicina di genere ben prima che questa fosse conosciuta ai più, realizzando anche un opuscolo su “Donne e Salute”, frutto proprio delle ricerche condotte.

Sul piano delle politiche per il lavoro ha fornito supporto, formazione ed assistenza alle donne che intendevano fare impresa con la legge 215. Ha finanziato per diversi anni lo sportello Informa Donna dell’amministrazione provinciale di Cagliari e lo sportello Onda Rosa di Nuoro, collaborando alla raccolta di 3mila firme per chiedere l’istituzione dei centri antiviolenza che arrivò poi con la legge n.8 del 7 agosto 2007; finanziò inoltre, nell’ambito del progetto SARA, i primi sportelli anti stalking dei centri Donna Ceteris e Onda Rosa. Ha organizzato convegni sulla violenza contro le donne e i seminari di formazione per gli operatori delle questure. Ha inserito nei programmi operativi la richiesta di istituzione dell’Osservatorio Regionale sulla violenza. Ha finanziato 75 borse di studio per il master “Medipsycare donna” sulla salute mentale della donna nelle varie fasi della sua vita.

Ha poi focalizzato l’attenzione sul mondo della scuola finanziando per due anni i seminari su “Come riconoscere i segnali di abuso e maltrattamento in danno ai minori”, fornendo agli insegnanti utili strumenti psicologici, pedagogici e normativi. Seguendo le indicazioni dell’art.14 della Convenzione di Istanbul ed oggi anche previsto dalla legge 107 “La Buona Scuola”, riconoscendo agli insegnanti un ruolo fondamentale nella formazione dei bambini e dei giovani, in un ottica di parità di genere e di non discriminazione, con l’obiettivo di abbattere gli stereotipi legati al genere  ma anche alla diversità nei suoi vari aspetti, ha finanziato con il budget 2015 i seminari formativi sulle politiche di genere. Il successo delle nostre iniziative è comprovato dal numero di iscritti anche a questi ultimi seminari, indicativo del fatto che ancora una volta la CRPO ha colpito nel segno, utilizzando quelle poche risorse in maniera oculata ed utile.

A livello istituzionale abbiamo organizzato già dal 2010, incontri in tutta la regione per presentare la proposta di modifica della legge elettorale con l’introduzione della doppia preferenza, incontrando gli organismi di parità e le associazioni  presenti ad Olbia come a Sassari, Oristano, Nuoro e Cagliari. Abbiamo organizzato due importanti incontri con le istituzioni e le associazioni che si occupano di pari opportunità, al fine di creare la rete delle donne in Sardegna, allo scopo di promuovere la comunicazione e collaborazione con tutti i soggetti attivi.

Questi elencati sono solo alcuni esempi di come lavora la CRPO che però ha difettato molto nel comunicare all’esterno tutto questo. È vero c’è un link nel sito della regione Sardegna che avrebbe dovuto rimandare ad un sito o almeno a delle pagine dedicate alla commissione, nelle quali inserire appunto le iniziative, i progetti della stessa ma anche informare su quanto accade nell’Isola. Purtroppo questo, più volte richiesto, non ci è stato permesso, neanche quando avevamo trovato chi poteva creare e gestire il sito per noi a titolo gratuito. Anche inviare i comunicati stampa è un’impresa e per questo comprendo che, anche chi impegnata da anni nelle battaglie per i diritti delle donne, possa non conoscere chi siamo e cosa facciamo.

Questo non autorizza, credo, a finire talmente in basso da definire la sottoscritta un’incapace e con questo offendere anche le commissarie che in me hanno riposto fiducia, che con me hanno sempre collaborato in un clima di serenità e trasversalmente, senza portare all’interno della CRPO (per quanto organismo politico) “certa politica” fatta di sgambetti e gambe tese in attesa della caduta dell’avversario. Dovremmo dimostrare che le donne sono capaci di fare squadra e lavorare insieme senza chiacchiere da mercato, rigettando le tante teorie, divenute stereotipi, che vedono l’assenza delle donne in politica e l’insuccesso in alcuni settori della vita economico–sociale del paese, proprio come il frutto di una nostra incapacità a far squadra, a sostenerci e promuoverci.

Io ci ho creduto e con me le tante donne che si sono avvicendate in Viale Trento, abbiamo fatto del nostro meglio e tante volte al meglio e non accetto che le commissarie e l’organismo che orgogliosamente e con grande rispetto presiedo, paghino le conseguenze di un mio personalissimo post.

La Presidente CRPO

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