Interrogazione a tre Ministeri: «ci sono numerose testimonianze»
Il deputato di Sel, Michele Piras, ha depositato un’interrogazione ai Ministeri del Lavoro, dell’Ambiente e della Sanità in merito al contatto diretto con l’amianto dei lavoratori delle fabbriche ex Enichem di Ottana, dagli anni Novanta in poi. Esposizione che avrebbe provocato numerose vittime, alle quali non sono stati riconosciuti i diritti previsti dalla legge.
Un’interrogazione che arriva due giorni dopo l’esposto alla Procura della Repubblica di Nuoro da parte delle associazioni delle vittime da amianto, e del grido di dolore delle vedove dei lavoratori di Ottana, morti di cancro. «Sono numerose le testimonianze su quanto accadeva nello stabilimento di Ottana – scrive il deputato sardo. I dati ufficiali sulle bonifiche del sito, parlano di 193.940 chili di amianto estratto in varie forme nello stabilimento; appare del tutto verosimile che siano ancora presenti materiali inquinanti nell’impianto derivanti dallo smaltimento non documentato. Sono decine i morti per tumori asbesto correlati che hanno lavorato all’interno della Enichem Ottana, e altrettante persone oggi lottano contro la malattia. Nonostante ciò, non esiste alcun riconoscimento ufficiale, da parte delle istituzioni dello Stato, alle famiglie dei deceduti o agli ammalati. Non sono stati loro riconosciuti i risarcimenti per morte o danno alla salute legate a causa professionale».
Piras chiede al governo di farsi carico del problema: «Considerato che è stata riconosciuta l’esposizione all’amianto all’interno dei cicli produttivi dell’impianto Enichem di Ottana e che nel novembre 2015, è stato presentato un esposto alla Procura della Repubblica di Nuoro da parte dell’Associazione nazionale per la tutela degli ex lavoratori ammalati di patologie correlate all’amianto, per chiedere che le famiglie delle vittime e i lavoratori colpiti da malattie possano godere dei diritti previsti per legge, chiedo di sapere per quali motivazioni non è stato inserito lo stabilimento ex Enichem di Ottana nella lista dei siti contaminati da amianto e se non ritiene opportuno predisporre urgenti interventi di bonifica all’interno del sito e avviare avviare una indagine ambientale approfondita»