Era agli arresti domiciliari con il braccialetto elettronico e, forse perchè non poteva uscire, incontrava i suoi amici pregiudicati direttamente nella propria abitazione di Orgosolo. Per questo motivo Ananio Mesina, 23 anni di Orgosolo, è ritornato in carcere, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa, ieri, dal GIP di Sassari.
Secondo la ricostruzione effettuata dalla Questura: uno “strano” via vai nell’abitazione del pregiudicato era stato notato alla 1,30 di notte del 6 ottobre scorso dagli uomini di una Volante della Polizia di Stato di Orgosolo. Subito era scattato un controllo all’interno dell’abitazione di Mesina e lì, comodamente sedute in salotto, sei persone, di cui tre pregiudicate, erano intente a chiacchierare e a bere birra. Sorpreso per l’arrivo dei poliziotti, Mesina non ha saputo giustificare la presenza dei suoi ospiti.
Il GIP di Sassari, ieri, ha ritenuto che la gravità della situazione accertata dalla Polizia fosse tale da giustificare un aggravamento della misura cautelare e il ritorno nel carcere di “Badu ‘e carros” dell’orgolese.
Ananio Mesina era stato arrestato dai Carabinieri di Bonorva lo scorso 30 maggio, insieme a Sisinnio Rubanu e Enrico Buffa, entrambi di 24 anni, tutti di Orgosolo, per la tentata rapina consumata quella mattina all’ufficio postale di via Forlanini a Sassari.
In quell’occasione, i banditi avevano trovato la porta dell’ufficio chiusa, in quanto le Poste, il sabato, fanno orario ridotto; spaventati dalla sirena di un’ambulanza che avevano scambiato per quella di un’auto della Polizia, erano fuggiti a bordo di un’auto. Sul posto era intervenuta la Polizia mentre era scattato il piano provinciale antirapina interforze con posti di blocco e controlli in tutta la provincia.
I tre rapinatori in fuga erano stati poi intercettati a Bonorva da una pattuglia di militari della locale compagnia. I tre, dopo aver forzato il posto di controllo, erano entrati nel centro abitato e, abbandonata l’auto, avevano continuato la fuga a piedi.
Erano state organizzate, quindi, una serie di battute nelle campagne del paese che, alla fine, avevano consentito di catturare i fuggitivi.
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