Il Governo chiude la Camera di Commercio per lasciare aperte Prefettura e Questura
Non si è mai raggiunto un accordo perché la Camera di Commercio venisse rappresentata da tutte le Associazioni imprenditoriali presenti in Città.
La Camera di Commercio di Nuoro nasce nel 1927 con il nome di “Corporazione”, anno in cui la Città di Nuoro è decretata Provincia. La conduzione era di competenza del Prefetto di Nuoro, che gestiva con un consiglio Provinciale delle corporazioni.
Nel Febbraio 1945 viene nominato il primo Presidente Salvatore Mannironi (avvocato), seguito da Gerolamo Devoto (imprenditore), Giuseppe Murgia (medico), Salvatore Serra (direttore dell’ufficio Provinciale del lavoro), Dessi Damiano (dirigente Ente Provinciale Turismo), Romolo Pisano (dirigente dell’ufficio tecnico del Comune di Nuoro) e attualmente, da circa 3 anni Agostino Cicalò, Presidente della Confcommercio di Nuoro e di quella Regionale e Presidente dell’Union Camere.
A distanza di 88 anni arriva l’annuncio della chiusura della Camera di Commercio con decreto del Consiglio dei Ministri legge 7 Agosto 2015 numero 124 pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale 16/08/2015.
Gianfranco Seddone, direttore dell’APAN Sardegna (Associazione Piccole e Medie Imprese) in proposito ironizza: «forse il tutto è stato fatto all’oscuro dei nostri politici regionali e nazionali o forse non vengono avvisate le segreterie provinciali dei partiti e dei sindacati: eppure queste organizzazioni dovrebbero sapere quali sono i disegni politici che vengono “decretati” nei vari dipartimenti ministeriali.
Se l’opinione pubblica non viene informata su ciò che sta realmente accadendo nel nostro paese e nella nostra Regione o città non si può agire prima per bloccare il taglio dei servizi decisi dal Governo.
Se la notizia arriva dopo la firma del decreto e conseguente pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, rimane inascoltata da qualsiasi voce sia autoritaria che politica. Dopo questo passaggio non servono le mobilitazioni per salvare qualsiasi Ente sottoposto a trasferimento e tanto meno raccolte di firme o petizioni popolari.Come non servono le riunioni delle Giunte allargate, tra l’altro, con poche presenze e con l’inesistenza della voce dei nostri rappresentanti istituzionali, forse perché consapevoli di una battaglia persa sul nascere».
A nulla è servito l’emendamento sul riordino delle Camere di Commercio presentato dal Senatore Giuseppe Luigi Cucca, che ha avuto soltanto uno scivolo di pochi mesi. Il Governo ha deciso che la Camera di Commercio di Nuoro deve essere accorpata ad altra sede. Finisce l’era di un’istituzione durata circa 90 anni.
Con il trasferimento dell’Ente Camerale vengono diminuiti i diritti annuali obbligatori per le imprese iscritte al registro Ditte, con la diminuzione del 30% per il 2015 fino ad arrivare al 50% nel 2017. Finiscono cosi le lotte tra le Associazioni per avere un ruolo in ambito del Consiglio Generale composto da 23 membri e della Giunta Camerale da sei Consiglieri.
Quello che faceva più gola è il posto di potere da occupare nei svariati ambiti di consigli amministrazione di spettanza dell’Ente Camerale, che giovano molto più dei compensi. La decisione del Governo di eliminare la Camera di Commercio è servita, tra l’altro, per lasciare la Prefettura e la Questura.
Due Istituti importanti per la presenza dello Stato a Nuoro, oltre la sede della Questura, considerata la migliore in campo Nazionale, che continua a dare lustro alla nostra Città e a tutto il territorio, non solo per le operazioni anticrimine ottenute ma l’educazione civica fatta nelle scuole elementari e medie per divulgare i principi della la legalità.
La Camera di Commercio, che dichiara di avere un tesoretto di 10 milioni di euro dovrebbe investire nel territorio supportando le aziende in difficoltà e nuove attività giovanili. Aiutare inoltre i Consorzi Fidi locali che versano in difficoltà economiche per gli interventi sugli affidamenti concessi alle numerose aziende, da anni in difficoltà per la infinita crisi economica.
Questi aspetti sono realizzati già dalle Camere di Commercio della Penisola, Lombardia in primis, oltre alla concessione di borse di studio ai figli degli imprenditori che si distinguono negli studi».
L’Archivio di Stato, purtroppo, deve essere trasferito: «un’istituzione molto importante per la Città che merita di essere ugualmente difeso.
Per questo Ente – dice Seddone – purtroppo non c’è stato tanto scalpore ma sono stati solo i sindacati a condurre la battaglia per scongiurarne la chiusura».
Stessa sorte per la Motorizzazione Civile: «è il più importante di tutti gli Enti in lista di trasferimento per la grande utilità per gli autotrasportatori, per le numerose Agenzie dislocate nei Comuni e dell’utenza in generale.
Gli interventi dei politici presenti in tutte le manifestazioni sono serviti per posticipare la chiusura e dare tempo al personale dipendente di andare in pensione. Ne sono rimasti due, ricevono il pubblico due giorni a settimana. Non rispondono al telefono, non si possono avere notizie di alcuna pratica e i giorni dedicati al pubblico si trasformano in lunghe code e ore di attesa.
La Motorizzazione Civile – conclude il Direttore – è l’Ente più utilizzato e indispensabile per il nostro territorio che va dall’Ogliastra sino ad una parte alla Gallura per un numero di 150.000 abitanti. Questo era l’Ente per il quale si doveva combattere da più fronti perchè non venisse traslocato in altra Provincia».
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