La gestione del patrimonio di famiglia il movente del fratricidio
L’operazione è scattata oggi di prima mattina e ha visto impegnati i Carabinieri della Compagnia di Bitti (guidati dal Capitano Gianluca Solla), in collaborazione con i colleghi del Reparto Operativo e delle Squadriglie del Comando di Nuoro, della Compagnia di Siniscola e del ROS.
Manette ai polsi per i due presunti assassini dei Angelo Maria Piras, 42enne (sposato e padre due figli piccoli), ucciso il 25 gennaio scorso in località Ughele, nelle campagne di Lula.
Si tratta dei coniugi Nico Francesco Piras (classe 1981), fratello della vittima, e Alice Flore (classe 1983), entrambi indagati per concorso in omicidio premeditato.
Il movente che avrebbe spinto i due a compiere il fratricidio sarebbe stato l’astio generato dalla gestione del patrimonio di famiglia.
Il duplice arresto è stato effettuato su ordine emesso dal GIP del Tribunale di Nuoro, su richiesta della Procura della Repubblica a conclusione delle indagini
Nell’ambito dell’operazione che ha portato all’arresto dei due coniugi, sono state effettuate anche quattordici perquisizioni domiciliari in ambito provinciale, che allo stato hanno dato esito negativo.
Un destino di sangue aveva già segnato la vittima e la sua famiglia.
La vittima era ben nota alle Forze dell’ordine: nel maggio del 2000, avrebbe partecipato all’assalto alla filiale del Banco di Sardegna di Lula, in occasione del quale un commando di quattro banditi armati di kalashnikov fece fuoco contro i Carabinieri che cercavano di bloccarli. Un agguato che solo per miracolo non si trasformò in una strage. Nel 2003, con due complici, aveva assaltato, sempre a Lula, una camionetta dei Carabinieri, episodio che lo scorso anno gli era valso una condanna in appello per duplice tentato omicidio, dopo essere uscito assolto dalla sentenza di primo grado. L’allevatore, inoltre, era coinvolto anche negli attentati che tra il 2002 e il 2007 avevano preso di mira gli amministratori, negli anni in cui sindaco del paese era Maddalena Calia.
Negli anni Ottanta, il padre Pietro era stato ucciso sotto i suoi occhi giovanissimi.
Nel 2010 un altro episodio familiare sconcertante: Piras si presentò al Pronto soccorso dell’ospedale San Francesco di Nuoro con una ferita d’arma da fuoco, dicendo che gli era stato teso un agguato. Poco dopo si scoprì che a sparare era stato il fratello, con cui gestiva un agriturismo. Quest’ultimo sarà poi condannato per l’insano gesto.
Il 25 gennaio l’epilogo: prima del colpo di grazia che ha sfigurato il viso di Angelo Maria Piras, i killer gli hanno esploso contro altri colpi che lo hanno raggiunto alle gambe e al dorso senza lasciargli scampo. L’allevatore era uscito di casa intorno alle sette del mattino dicendo alla moglie di dover andare nel podere del suocero per riparare una ruspa, ed è stato proprio il padre della donna a scoprire il cadavere, riverso a terra in una pozza di sangue.
L’arma del delitto non è stata ancora rinvenuta.
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