Confindustria: nel nuorese un'impresa su due ha chiuso i battenti

Sonia

Confindustria: nel nuorese un'impresa su due ha chiuso i battenti

lunedì 12 Ottobre 2015 - 16:39
Confindustria: nel nuorese un'impresa su due ha chiuso i battenti

Un momento della conferenza

Un momento della conferenza

Un momento della conferenza

Lo spopolamento  mantiene il tasso di occupazione più alto della media regionale e del Mezzogiorno

«Tra il 2008 e il 2014 quasi un’impresa su due ha chiuso i battenti nel Nuorese, valore ben più alto di quello fatto registrare nell’Isola, e più che doppio di quello medio del Mezzogiorno. Ciò che emerge è soprattutto l’impressionante calo demografico che negli ultimi decenni ha colpito, soprattutto, il territorio di Nuoro: in pratica, dal 2001 ad oggi, la provincia ha perso un abitante su 5».

Lo ha sottolineato il presidente nazionale di Confindustria, Giorgio Squinzi, intervenuto al 70° anniversario della fondazione dell’associazione degli industriale di Nuoro e Ogliastra.  Dati preoccupanti che non fanno emergere niente di positivo per il futuro del nuorese anche se Roberto Bornioli spiega in apertura di assemblea cosa si sta tentando di fare per il rilancio del territorio.

«C’è un disperato bisogno di un rilancio. Da questa urgenza e consapevolezza, è nato il tema centrale dell’Assemblea di quest’anno. afferma Bornioli- “Un disperato bisogno di crescere”: il titolo che abbiamo scelto riprende una dichiarazione del presidente Squinzi che a giugno scorso, in occasione del convegno dei GI di Confindustria, a Santa Margherita Ligure ha lanciato un forte appello per la crescita e per le imprese».

«Proprio le imprese sono al centro delle nostre preoccupazioni. Le imprese sono sole, stremate dalla recessione, spesso paralizzate dalla burocrazia, tartassate dalle tasse. Questa “solitudine delle imprese” incide fortemente sulla loro fiducia e sulla volontà di resistere. Attenzione, non vogliamo certamente portare avanti piagnistei e lamentazioni. Nonostante le forti difficoltà, nel territorio non mancano aziende e settori produttivi di livello, dal marmo di Orosei al metalmeccanico all’agroalimentare. Abbiamo aziende che investono nell’innovazione e nell’export e pur nelle difficoltà creano ricchezza e occupazione. Occorre però che le aziende siano messe nelle condizioni di stare sul mercato e di competere ad armi pari.

Poi Squinzi ha sottolineato come il rapporto annuale dell’Istat, inserisce buona parte dei sistemi locali del lavoro di questa area nel gruppo del “Mezzogiorno Interno”: aree che si vanno spopolando, con una alta quota di abitazioni non occupate, una popolazione strutturalmente anziana ed un mercato del lavoro asfittico e  i territori dimenticati. «Questo spopolamento  mantiene il tasso di occupazione paradossalmente più alto della media regionale e del Mezzogiorno: un valore apparentemente positivo, ottenuto però ad un costo molto alto» ha evidenziato il presidente nazionale.

All’assemblea era presente anche il Presidente della Regione Francesco Pigliaru, al quale è stato consegnato un dossier di Confindustria Centrale dove sono state messe in evidenza tutte le criticità del territorio  e le proposte per  un eventuale rilancio dell’economia e dell’imprenditoria locale. Presenti anche il primo cittadino di Nuoro Andrea Soddu e il presidente di Confindustria Centrale Alberto Scanu.

Le proposte. 

 La pressione fiscale sulle imprese è insostenibile. Per dare sollievo alle aziende e compensare il divario, Confindustria propone la fiscalità di vantaggio per la Sardegna Centrale sul modello Sulcis.

Si chiede  il taglio dell’irap per le imprese sarde, ridotto durante la Finanziaria regionale 2015.

Manifatturiero e politiche industriali:  Si tratta dei comparti del marmo, agroalimentare, chimica-energia, gomma cemento, metalmeccanico caratterizzati da rilevanti vantaggi comparati, e di aziende che vogliono fare investimenti importanti. Non si chiedono soldi, ma infrastrutture di base, tempi certi per le istruttorie relative agli incentivi e per le autorizzazioni ambientali, attenzione e sostegno politico. Inoltre è importante fare presto per rendere immediatamente disponibile il metano, la cui assenza pesa fortemente sulla competitività delle imprese. Nel frattempo è importante che la Regione faccia pressing sul Governo per ottenere la proroga dei regimi di superinterrompibilità ed essenzialità.

Piano infrastrutture:  la Giunta Regionale ha attivato un mutuo di 700 milioni di euro per la realizzazione di infrastrutture, utile anche per far ripartire l’economia. Nello specifico si chiede un monitoraggio sulla situazione infrastrutturale del Nuorese con la realizzazione di un piano specifico e  stabilendo delle priorità (a partire dalla banda larga), e stanziando poi le risorse necessarie. Per l’Ogliastra si  chiede un impegno straordinario affinché i 280 milioni di euro da anni stanziati vengano spesi.

 Edilizia:  dal 2008 il comparto edile ha perso un terzo della forza lavoro, 22mila addetti, di cui ben 6mila nel primo semestre del 2015. Si Chiede pertanto di rivedere le norme in materia urbanistica ed edilizia. Con il vecchio Piano casa infatti si era dato ossigeno al settore.  Si propone inoltre di rendere meno rigidi i vincoli sull’ampliamento delle strutture ricettive nella fascia 0-300 metri.

 Zone interne: gli interventi previsti dalla Regione in linea con le strategie europea e nazionale, e come enunciato anche nel Documento Programmazione Unitaria per la spendita dei fondi UE, nonché nel Piano Regionale Sviluppo, siano realmente realizzati. Per esempio, i progetti del trenino verde e quello pilota della Barbagia Mandrolisai. Inoltre si auspica che la Regione attui anche concrete politiche di decentramento e di riequilibrio territoriale. A tal fine si chiede l’apertura della scuola forestale a Nuoro, ma anche il trasferimento dell’Ente Foreste e dell’Assessorato Regionale Ambiente.

 Progetti rilancio Nuoro e Ogliastra. Dopo il lavoro di progettazione e di condivisione portato avanti dalle forze del Territorio e della Regione,  si chiede che si arrivi immediatamente a conclusione, definendo anzitutto le specifiche scelte progettuali. La Regione deve quantificare l’entità delle risorse straordinarie assegnate al Territorio, che devono essere congrue. Obiettivo primario è arrivare velocemente alla firma dei due Accordi di programma con la Regione.

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