Una generazione senza miti, o meglio con una pletora di modelli di riferimento.
Ragazzi sommersi dalle informazioni, tendenzialmente esterofili e che non sembrano influenzati dai personaggi che popolano le pagine dei giornali, sia nella politica sia nell’economia, ma riconoscono il valore degli italiani nelle arti e nelle scienze.
È la fotografia degli studenti italiani che emerge da una ricerca presentata oggi al Senato da Campus Orienta-Il Salone dello Studente e dall’Università di Roma La Sapienza.
L’indagine – realizzata nel corso dell’anno scolastico 2014-2015 in varie città, attraverso un sondaggio al quale hanno risposto 2.041 studenti di ultimo e penultimo anno delle scuole secondarie superiori – rivela una gioventù che afferma di credere nei valori della solidarietà, della giustizia e dell’apertura verso le differenze.
ALCUNI MODELLI DI RIFERIMENTO: Nelson Mandela (6%), Ghandi (5%), Rita Levi Montalcini (4,6%), Steve Jobs (4,3%), Martin Luther King (3,3%), Roberto Benigni (2,6%), Giovanni Falcone (2,1%), Albert Einstein (1,8%), Sigmud Freud (1,3) e Barack Obama (1,3%) sono i primi dieci personaggi che i ragazzi hanno scelto come modello di riferimento.
Complessivamente i ragazzi hanno indicato 580 personaggi, una moltitudine di scelte che indicano una cultura sociale frammentata, che non gira più intorno a dei riferimenti simbolici ma offre una pluralità di modelli la cui rilevanza è diventata relativa e soggettiva.
FILM: Nella graduatoria si guadagna il primo posto La vita è bella di Roberto Benigni (9%). Segue L’attimo fuggente (5,3), La ricerca della felicità (5,3), Quasi amici (3,8), Il bambino con il pigiama a righe (2,4), Colpa delle stelle (2,2), Into the wild (1,8), Forrest Gump (1,7), V per Vendetta (1,5) e Sette Anime (1,3).
LIBRI: Al primo posto Khaled Hosseini seguito da Primo Levi, Pirandello, Orwell e Saint Exupéry. Gli autori stranieri sono privilegiati rispetti a quelli italiani. Nel complesso, le scelte indicano una tendenza a buone letture.
VALORI: Emerge un progressivo ritorno dei giovani verso l’impegno sociale e la cultura. Gli studenti chiedono democrazia, giustizia, rispetto delle regole e delle differenze. Ma la provenienza geografica segnala alcune differenze: se per la maggioranza dei ragazzi la riuscita nella vita dipende dalle qualità personali e dalla forza della motivazione e dell’ impegno, sono quelli del Nord a riconoscere un maggior ruolo alla furbizia, all’importanza di conoscere persone influenti per essere aiutati e si mostrano leggermente più disponibili ad assecondare i propri superiori e far compromessi. Nel Centro Italia, gli studenti difendono con maggiore forza i valori dell’ equità e della giustizia sociale, insistono di più sull’ importanza dello studio e dell’arricchimento sul piano valoriale e chiedono con insistenza una società che valorizzi il merito. Al Sud emerge il problema dell’ottenere un posto di lavoro: gli studenti si aspettano che l’università possa facilitare l’inserimento lavorativo e il raggiungimento di uno stipendio adeguato e tendono a dare più importanza ai titoli raggiunti. La scelta cambia anche in funzione del genere: le femmine tendono a preferire valori altruistici, pro sociali e legati alla tutela dei diritti, mentre i maschi tendono a fare scelte maggiormente individualistiche. Le femmine tendono, inoltre, a dare maggiore rilievo allo studio, all’arricchimento delle conoscenze e in generale all’autorealizzazione e mostrano un maggiore desiderio di trovare un equilibrio tra lavoro e vita familiare.