L'inerzia delle Istituzioni locali ha fatto cadere l'hotel ESIT a pezzi

Sonia

L'inerzia delle Istituzioni locali ha fatto cadere l'hotel ESIT a pezzi

mercoledì 12 Agosto 2015 - 10:55
L'inerzia delle Istituzioni locali ha fatto cadere l'hotel ESIT a pezzi

Nuoro, l'albergo ESIT in una vecchia cartolina postale

Nuoro, l'albergo ESIT in una vecchia cartolina postale

Nuoro, l’albergo ESIT in una vecchia cartolina postale

«Per salvarlo, l’immobile dovrebbe essere ceduto al Comune per la cifra simbolica di 100 euro»

In occasione della festa “A Su Connottu Pro Su Monte” organizzata dal Comitato Monte Ortobene Ultima Spiaggia 1901 – 2011 è stata sollevata una critica del capo comitiva di due pullman, provenienti dalla Svizzera. I turisti elvetici si erano infatti diretti verso l’ESIT sicuri di trovare accoglienza per tre giorni di permanenza. Facilmente immaginabile la loro delusione difronte al decadimento dell’edificio e i tanti commenti negativi che ne sono seguiti, fra cui quelli di una pessima amministrazione dei propri beni e di una mancata gestione del turismo montano.

Lo evidenzia il direttore dell‘Apan (Associazione Piccole e Medie Imprese) Gian Franco Seddone che in merito all’argomento denuncia lo stato di evidente abbandono della struttura ricettiva Esit che se fosse ristrutturata potrebbe essere un’ottima opportunità per tutto il territorio in termini di ospitalità e lavoro

 «La nostra Montagna è una delle caratteristiche di Nuoro e ne costituisce una delle maggiori bellezze. Nonostante ciò le Amministrazioni locali, che si sono succedute nei quaranta anni dalla chiusura dell’ESIT, non hanno posto in essere un programma tale da valorizzarlo e farlo diventare il vero giardino della Città- evidenzia il direttore.

Un gioiello che tutti ci invidiano, quasi abbandonato a se stesso: è sufficiente dare uno sguardo alle chiesette in cima al monte o al piccolo bar di Sedda Ortai (di proprietà del Comune di Nuoro) per capire i danni provocati dall’incuria. Meglio non pensare poi ai cumuli di spazzatura dovuti all’eliminazione della figura del custode. Questo è quanto verificatosi dopo la chiusura dell’albergo ESIT, avvenuto nel 1970».

L’albergo, costruito negli anni 50 dall’amministrazione Regionale, con un programma per lo sviluppo del Turismo nelle zone interne dell’Isola, ubicato a ridosso della cima della montagna, a circa 1000 metri di altitudine, dalla quale si spazia dal Golfo di Orosei a Punta La Marmora e Monte Gonare, ha funzionato per venti anni con ottimi risultati e con l’afflusso di migliaia di vacanzieri provenienti da ogni parte del mondo.

L’Ortobene era la montagna più frequentata dai Nuoresi (grazie alle piccole abitazioni dislocate nel bosco) che piano piano si sono allontanati per la mancata presenza della gente e la paura degli atti vandalici.

Il Direttore dell'APAN Sardegna Gianfranco Seddone (© foto Cronache-Nuoresi)

Il Direttore dell’APAN Sardegna Gianfranco Seddone (© foto Cronache-Nuoresi)

Una cordata di imprenditori Barbaricini aveva inoltrato alla Regione Sarda, una regolare richiesta di acquisto dell’immobile e non risulta ci sia stata alcuna risposta: iniziò così la desertificazione della montagna.

Dopo tanti decenni infine si decise di vendere l’albergo attraverso una gara d’appalto, il cui bando scadeva il 06 Luglio 2007, con una base d’asta di € 1.625.000,00.  Il  bando era talmente farraginoso che nessun venditore si fece avanti.

«I progetti ipotizzati nel corso degli anni per il riutilizzo della struttura, sono sempre caduti nel vuoto. Ad esempio durante una passata legislatura la Regione aveva predisposto un piano per l’utilizzo dell’immobile come scuola forestale, anche questo cadde nel vuoto- afferma Seddone. L’unica soluzione per risolvere il totale decadimento dell’immobile sarebbe quello di venderlo al Comune di Nuoro per la simbolica cifra di 100 euro. Per la città rendere funzionante l’albergo significherebbe incrementare il turismo montano, sviluppando un progetto preliminare di valorizzazione dell’immobile in modo da poterne valutare le finalità produttive e gli eventuali processi di valorizzazione ambientale architettonico e paesaggistico. La sua gestione potrebbe essere affidata ad operatori del settore turistico – alberghiero che vantino esperienza lavorativa anche in Sardegna. L’ideale sarebbe che che gli imprenditori fossero Barbaricini (o della Penisola) ma ciò che conta è che il bene venga alienato onde evitare che diventi un rudere».

«Sempre in occasione della manifestazione, il capo comitiva, italiano, dipendente di una delle più grandi agenzie turistiche in Germania, ha commentato che una montagna così folta di alberi secolari con un tale panorama mozzafiato se ben organizzata potrebbe risultare un grosso potenziale per la città- conclude Seddone. Si parla tanto di rivitalizzare il Turismo attraverso anche l’agroalimentare per far conoscere la Sardegna con le sue meravigliose montagne e non solo mare – conclude il direttore. Come si può parlare di ospitalità quando mancano i servizi ricettivi? Come possono i turisti fare sosta nella nostra città per più di un giorno se non trovano alloggi in numero adeguato? L’amara constatazione è che il Monte Ortobene non è inserito nel circuito turistico e i pullman transitano verso i Comuni limitrofi».

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3 commenti  - mostra commenti

  1. tonino frogheri 12 Agosto 2015 13:25

    KE CENTRA IL COMUNE? comune albergatore? ma siamo seri? servono imprenditori seri e capaci con risorse proprie che credano nell’impresa. il tempo della vacca pubblica da mungere è finito……………una casa x anziani, sempre con fondi privati,avrebbe il vantaggio di avere il tutto esaurito x tutto l’anno……………….

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  2. seddone appartiene sia a quella categoria “a chi la spara più grossa” sia a quella dei “luoghi comuni”. Dire che la regione dovrebbe “regalare” per 300€ l’esit al comune e’ quella a chi la spara più grossa. Perché 300 € e non zero €? In più la Regione, a chi la spara più grossa, non finanzia anche la ristrutturazione e l’arredamento, l’assunzione di almeno 50 dipendenti, 4 dirigenti e possibilmente con contratto regionale? Per quanto riguarda i luoghi comuni, cosa c’entrano gli enti locali che si sono succeduti per non hanno provveduto a valorizzarlo, bla, bla, bla se la proprietà era dell’esit (ente sardo industrie turistiche), con tanto di personale dipendente della regione è solo una decina di anni fa e’ stato sciolto perché’ era un pozzo senza fondo. Lo stato, la regione e i comuni stanno vendendo tutti i beni immobiliari, sopratutto quelli che producevano solo debiti, invece Seddone insiste sulla nazionalizzazione, anzi “comunializzazione” di strutture alberghiere. Non gli basta l’ostello della gioventù .? E poi la scuola forestale. A proposito non si è accorto che il corpo forestale dello stato e’ stato sciolto e sicuramente diventeranno carabinieri? Perché non propone di rilanciare la scuola dei carabinieri a cavallo, come quella di Burgos, appena scolta dal governo Renzi, perché in 10 anni, dalla sua nascita, costata tra una cosa e l’altra 20 milioni di euro, aveva organizzato corsi per 7, diconsi sette, carabinieri. Al contrario provo a farne una proposta concreta: perché il sindaco non convoca i F.lli Loi, oppure i titolari di su gologone, oppure zia Michela, vista la loro esperienza in materia turistico alberghiera, e facendo da intermediario, non li convince ad investire sull’ex hotel esit? Davanti al palazzo comunale i F.lli Loi hanno appena finito di costruire un edificio. Evidentemente qualcuno di questi imprenditori si può convincere solo se lAmministrazione cambia la politica di sullo dell’ortobene che non può essere soltanto di “conservazione”. Ma questa è tutta un’altra storia.

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  3. Concordo con l’idea di Tonino Frogheri. Una casa di riposo per anziani ( senza disturbare il Qatar…per favore!) a gestione locale potrebbe essere un’idea. Da tempo infatti quella di Via Trieste mostra i suoi limiti. Quanto poi alla cessione da parte della Regione, non ha senso proporre cifre. Visto che di mezzo c’è la Regione e non un sultanato del golfo, si chieda la cessione a titolo gratuito ma solo dopo aver dimostrato l’esistenza di un SERIO progetto per la sua utilizzazione e la convinzione di realizzarlo. In caso contrario, si rischierebbe di fare altre “ziddate” tipo l’acquisizione della ex Banca d’Italia e dell’ex mulino “Gallisai” per i quali l’unica proposizione credibile sarebbe quella di rimetterli sul mercato sperando che qualche esaltato ci caschi a sua volta e li acquisti.
    Certi sogni è bene che si spengano sul nascere.

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