Dal 10 luglio scorso aveva fatto perdere le sue tracce ma i Carabinieri della stazione di Irgoli e i colleghi del Nucleo operativo hanno passato al setaccio tutti i suoi movimenti, da Onifai a Dorgali fino a Bultei e, dopo una lunga mediazione, lo hanno convinto a costituirsi presso il carcere di Lanusei.
Gaetano Mureddu, pregiudicato di Onifai, classe 1980, è stato condannato dalla Procura generale della Repubblica di Cagliari a dieci anni per sequestro di persona, violenza sessuale e dall’interdizione perpetua dai pubblici uffici.
Nel 2005, infatti, Mureddu, insieme a Sebastiano Mulas (pregiudicato dorgalese, all’epoca dei fatti 29enne, morto l’anno dopo in un incidente stradale), mentre si trovavano Dorgali, con il pretesto di darle un passaggio, convinsero una donna che attendeva l’autobus a salire a bordo della loro autovettura.
Per la donna sarebbe cominciato un incubo, finito solo due giorni dopo.
Mulas e Mureddu, infatti, invece di accompagnarla a Cala Gonone, dove la donna era diretta, la portarono in un ovile in località “Sant’Elene”.
Secondo la ricostruzione delle Forze dell’ordine, la donna inizialmente fu stuprata da Mulas, poi, dopo essere stata segregata all’interno dello stesso ovile, fu violentata ripetutamente a turno.
La sua odissea continuò il giorno successivo presso una villetta di Sos Alinos dove i due si recarono per poter consumare, probabilmente con più tranquillità, le loro violenze. Qui i due abusarono ancora della malcapitata fino a tarda sera quando, preoccupati delle ripercussioni che il loro gesto avrebbe potuto sortire, decisero di liberare la donna nei pressi della località “Osolai” di Dorgali, non prima però di averla minacciata di non rivelare a nessuno di quanto le fosse successo. La donna fu ritrovata in evidente stato confusionale e soccorsa da alcuni passanti che la accompagnarono immediatamente all’ospedale di Nuoro, date le sue precarie condizioni psicofisiche.
I Carabinieri della stazione di Dorgali avviarono le indagini e si misero sulle tracce dei due malviventi che, una volta identificati, dopo una serrata attività investigativa che permise di accertare le responsabilità, furono arrestati.
Per loro vennero emesse una serie di misure cautelari in carcere terminate le quali, in attesa del giudizio, furono rimessi in libertà, fino alla sentenza di questi giorni che ha condannato a dieci anni Gaetano Mureddu.
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