Giovedì sarà il giorno delle verità, dei riscontri e degli eventuali chiarimenti.
Il prossimo 25 giugno, infatti, saranno eseguiti delicati e irripetibili accertamenti tecnici sul telefonino, il computer e le altre apparecchiature sequestrate la scorsa settimana a casa del 17enne di Nule indagato, insieme al cugino di 24 anni, per l’omicidio di Gianluca Monni, lo studente di 19 anni ucciso a fucilate a Orune mentre attendeva l’autobus per andare a scuola.
Gli inquirenti, a oltre un mese dall’omicidio, intendono analizzare nel dettaglio il contenuto delle apparecchiature elettroniche, leggere i messaggi che il minorenne avrebbe inviato i giorni precedenti e successivi all’omicidio. Sotto i riflettori finiranno anche i messaggi di posta elettronica ma anche quelli degli altri sistemi di messaggistica istantanea, da Whatsapp o Messenger.
Si cercando elementi e indizi utili a chiarire i molti punti ancora oscuri nella vicenda, in primo luogo il movente.
Al momento resta in piedi l’ipotesi del regolamento di conti a seguito della rissa avvenuta a Orune tra due gruppi di giovani, uno del posto e il secondo arrivato da Nule, rissa generata da alcuni apprezzamenti fatti proprio nei confronti della fidanzata di Gianluca Monni.
C’è poi da verificare il coinvolgimento di altre persone nel delitto oltre ai giovani già indagati: si tratta di due persone che si trovavano su un’auto che sarebbe passata vicino alla fermata dell’autobus per verificare la presenza di Gianluca sul posto e dare poi l’ok alla vettura con a bordo l’assassino o gli assassini.
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