Il “Passaggio in Sardegna” di Massimo Onofri

Sonia

Il “Passaggio in Sardegna” di Massimo Onofri

sabato 20 Giugno 2015 - 09:05
Il “Passaggio in Sardegna” di Massimo Onofri

Massimo Onofri

Massimo Onofri

Massimo Onofri

Il noto critico viterbese racconta la sua isola d’adozione con parole di affetto dedicate alla città di Nuoro

«Non piove, non è mercoledì e non sono a Cesena» con questo gioco letterario, ispirato all’opera di Marino Moretti, comincia il libro Passaggio in Sardegna di Massimo Onofri presentato avantieri pomeriggio alla Biblioteca Satta nel contesto del festival letterario diffuso “Èntula”, organizzato dall’associazione Lìberos.

Il volume, edito da Giunti a maggio, è già alla seconda ristampa.

A guidare il pubblico alla scoperta dell’ultima fatica del famoso critico letterario e professore universitario, trapiantato in Sardegna ormai da parecchi anni, è stato Piero Mura, nuorese, studioso di letteratura italiana moderna e contemporanea, attualmente all’Università di Sassari che, attraverso una sapiente selezione di brani, ha permesso alla sala di assaporare alcuni fra i passaggi più significativi dell’opera di Onofri.

Padrona di casa Vannina Mulas, commissario del Consorzio Satta, che, dopo aver introdotto i relatori, ha lasciato il campo alla straordinaria performance del professore, critico e saggista viterbese.

I passaggi che Piero Mura ha scelto di condividere con i presenti hanno variato dall’euforico divertimento delle esperienze giovanili dell’io narrante – che almeno in via teorica dovrebbe essere lo stesso Onofri, ma che, come sempre accade di fronte a un’autobiografia, è un Onofri personaggio più che narratore – al racconto raffinato ed elegante di vicende vissute sempre in bilico fra la ricerca di un senso profondo e la drammatica futilità dello stesso.

Tesissime e cariche di sofferenza le righe che raccontano i momenti più duri, come la scomparsa di uno studente particolarmente caro; spietate quelle che denunciano i mali che affliggono l’Isola. Ricche di affetto sono invece le pagine dedicate alla città di Nuoro che Onofri ama anche da un punto di vista letterario a partire dai due giganti della letteratura nuorese e mondiale: Salvatore Satta e Grazia Deledda, il primo definito come «uno tra i migliori scrittori italiani del ‘900» e l’altra come «la più grande scrittrice “russa” d’Italia».

Per descrivere l’intervento del critico – come al solito appassionante, ricco di paradossi e punti di vista coerentemente originali – possiamo prendere in prestito le parole che lo stesso Onofri ha scelto per definire il proprio libro: «pop e aristocratico». I presenti hanno potuto ascoltare stralci di vita di un uomo, di un critico, di un saggista e soprattutto di un professore che ha da sempre con i propri allievi un rapporto speciale, allievi che sembrano rappresentare per Onofri il vertice della passione per il proprio lavoro.

La presentazione è stata a sua volta un percorso onesto attraverso una Sardegna fatta di persone, di luoghi, di incontri e di esperienze, con delle incursioni in Italia, nel mondo della politica e, ovviamente, della cultura. Con un messaggio di fondo reiterato e pervasivo, costante anche nei momenti più divertenti e apparentemente spensierati così come nei passaggi più forti e complessi: non dobbiamo sprecare neanche un attimo, neppure un secondo, di questo lasso di tempo che ci è concesso di vivere.

Pasquale Cadoni

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