Orroli: sequestrati reperti archeologici e indagato tombarolo

Sonia

Orroli: sequestrati reperti archeologici e indagato tombarolo

mercoledì 20 Maggio 2015 - 18:33
Orroli: sequestrati reperti archeologici e indagato tombarolo

Alcuni reperti archeologiciVasi, brocche, calici, anfore, frammenti di ossa, monete, provenienti da alcune regioni d’Italia, fra cui una necropoli del Sarcidano, e di varie epoche: dal I secolo a.C. al III d.C.

Si tratta di vario materiale sequestrato dai Carabinieri nel sottoscala dell’abitazione di un 63enne di Orroli, denunciato a piede libero per detenzione di beni archeologici appartenenti allo Stato.

«L’attività di indagine è nata da fonti confidenziali che ci hanno segnalato scavi clandestini da parte di tombaroli», ha spiegato il cap. Paolo Bonetti, della Compagnia di Isili, durante una conferenza stampa alla quale hanno partecipato anche la responsabile della Sovrintendenza di Sassari, Nadia Canu, e la funzionaria di restauro Eliana Natini, assieme al col. Saverio Ceglie del comando provinciale.

«Le indagini ci hanno permesso di arrivare alla perquisizione della persona interessata e al ritrovamento dei beni archeologici, in parte nell’abitazione dell’interessato e in parte a casa di sua madre» ha aggiunto il cap. Bonetti.

Materiale in alcuni casi conservato in buone condizioni. «Si tratta di pezzi provenienti in parte dalla Sardegna, e in parte dalla Puglia e dalla Toscana – ha sottolineato Canu – come un calice in ceramica di epoca ellenica ritrovato sicuramente in Puglia e una tubazione per acque bianche post medievale ritrovato verosimilmente in Toscana. Tutto il restante materiale è funerario proviene da una necropoli sarda. Ora è necessaria la collaborazione dell’indagato per poter dare un contesto agli oggetti rinvenuti».

Le indagini proseguono in sinergia fra gli investigatori e gli studiosi della Sovrintendenza, anche per capire se vi sia un traffico clandestino con collezionisti. La persona denunciata avrebbe detto agli inquirenti di essere un appassionato della materia.

«Per noi è importante tutelare e proteggere questi beni – ha detto il col. Ceglie – che rappresentano un’opportunità culturale e turistica della Sardegna».

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