Scongiurato lo sciopero i medici non abbassano la guardia
Lo sciopero proclamato per oggi da medici di famiglia e pediatri è stato scongiurato, ma i pediatri annunciano che manterranno lo stato di agitazione perchè non si ferma l’azione a difesa di un modello unico in tutta Europa, quello del ‘a ogni bimbo il suo medico‘.
A chiarire il concetto è stato oggi, in una conferenza stampa al Senato, il presidente della Federazione italiana medici pediatri (Fimp) Giampietro Chiamenti che, insieme alla Federazione dei medici di medicina generale Fimmg, aveva proclamato lo sciopero di oggi, revocato dopo l’accordo raggiunto nella nottata di ieri con il governo. In pratica, sottolinea, «la nostra protesta era rivolta a scongiurare il rischio che si perdesse la figura del pediatra di libera scelta.
Il rischio concreto infatti, con il progetto delle Case per la salute, era che si creassero le premesse per un passaggio ad una forma di assistenza pediatrica consultoriale, fornita attraverso forme di aggregazione strutturata erogata indifferentemente da pediatri diversi, favorita anche dalla scarsità di pediatri che si verrà a determinare dopo il 2020 se non verranno riprogrammati gli accessi alle scuole di specialità». Insomma la battaglia della Fimp è appunto per garantire che andando negli studi, le famiglie continuino a trovare il pediatra che hanno scelto e non medici diversi nelle varie ore della giornata: «Abbiamo detto ‘no’ all’appiattimento della nostra professione all’interno di grandi sistemi aggregativi, che avrebbero fatto mancare il rapporto di fiducia diretto con i pazienti. Le Case della Salute h24, in realtà partite ancora in poche Regioni – rileva – hanno ovviamente una proprio logica per evitare ricoveri impropri, ma non possono essere il ‘punto di arrivo’ per l’assistenza pediatrica e dei medici di famiglia». Su questo tema, l’accordo sottoscritto ieri tra sindacati e governo, ha concluso Chiamenti, «contiene delle rassicurazioni, e apprezziamo il governo per lo sforzo fatto, ma l’attenzione resta alta, con lo stato di agitazione della categoria, perche’ il nostro modello assistenziale rappresenta un vero fiore all’occhiello del Paese e va difeso».