Medici di famiglia, pediatri e guardie mediche. Ma anche professionisti del 118 e in servizio negli istituti penitenziari. Ad aderire allo sciopero nazionale di domani indetto dai sindacati per protestare contro la riorganizzazione del sistema sanitario, in Sardegna saranno circa in mille. C’è la possibilità che però salti la protesta: tutto dipende dall’esito dell’incontro tra gli esecutivi nazionali dei rappresentanti della categoria e il premier Matteo Renzi in programma a partire dalle 19.
L’astensione per il momento è confermata. Per quanto riguarda gli ambulatori prevista la chiusura dalle 8 alle 20. Saranno garantite le urgenze e le visite programmate per pazienti gravissimi. Sciopero con diverse modalità anche per i pediatri, le guardie mediche e gli operatori del 118.
«La proposta di riorganizzazione della medicina generale – spiega Giovanni Barroccu, segretario regionale della Fimmg, la Federazione italiana medici di famiglia – prevede di fatto la scomparsa del medico di fiducia a favore di un accentramento attraverso il quale il professionista diventa sempre più burocrate e meno clinico. Tutto questo a discapito della libertà di scelta del paziente e del rapporto di fiducia che ha instaurato negli anni con il suo medico: nel poliambulatorio immaginato in questa riorganizzazione il paziente rischia di trovarsi spaesato. Noi abbiamo una controproposta, naturalmente: non prevede certo la scomparsa del medico di fiducia». Al centro della protesta anche la revoca delle indennità.
«Una novità- denuncia Barroccu – che solo in Sardegna mette a repentaglio almeno seicento dipendenti di studi medici: tutti a rischio licenziamento».