Omicidio di Orune. Gli amici in lacrime: «l'unica cosa forte che può essergli capitata è un litigio per difendere la ragazza»

La scena del delitto di Orune e ,nel riquadro, un ritratto di Gianluca Monni

«Ero salito sul pullman alla prima fermata, parlavo e scherzavo con i compagni quando qualche minuto dopo, all’arrivo alla fermata successiva, abbiamo visto un lenzuolo steso su una persona terra: era Gianluca, il mio amico, il mio compagno, lui in quinta B io in quinta A, sempre assieme fin da piccoli».

Questo il racconto di un compagno di scuola (anche lui di Orune) all’Istituto Volta, frequentato anche da Gianluca Monni, lo studente 19enne falciato da almeno tre fucilate, a palla e a pallettoni, esplose da due individui mascherati giunti a bordo di un’auto mentre il ragazzo attendeva il pullman che lo avrebbe dovuto accompagnare a scuola nel Capoluogo barbaricino.

Gianluca e il coetaneo, quest’anno avrebbero compiuto insieme 20 anni: «ora non potremmo festeggiare i nostri compleanni insieme – dice asciugandosi le lacrime – non riesco a farmene una ragione: stamattina sono venuto a scuola per incontrare gli amici, non ce l’ho fatta a restare a Orune, c’era troppa gente che piangeva. Ho visto la ragazza di Gianluca alla fermata dove è stato ucciso, anche lei mia amica, ma non sono riuscito ad avvicinarmi, era disperata. Io non so come qualcuno potesse volergli male, era amato e stimato da tutti – sottolinea ancora il giovane – così come pure la sua famiglia (il padre commerciante di mangimi mentre la madre lavora nel 118). Viaggiavamo insieme spesso, certe volte in bus, certe altre volte in macchina con i suoi o con i miei genitori. Quest’anno ci saremmo dovuti diplomare e invece Gianluca non c’è più».

Intanto iniziano ad affiorare le prime possibili (per quanto assurde) spiegazioni all’immane tragedia abbattutasi oggi sul ragazzo, la sua famiglia e Orune tutta.

Volti sconvolti, silenzio irreale all’Istituto Alessandro Volta di Nuoro, frequentato da Gianluca.

Dalle testimonianze dei compagni e amici emerge un unico neo nel suo passato: «l’unica cosa forte che poteva essere capitata – dicono – e di cui eravamo a conoscenza, è stato un litigio scoppiato con dei ragazzi poco tempo fa, in cui Gianluca difese la propria giovane fidanzata».

Quest’ultima è una studentessa del tecnico Agrario Bernardo Brau di Nuoro, anche lei stamattina in attesa di prendere il pullman nella fermata successiva a quella dove è stato ucciso Gianluca. Si è subito precipitata nella fermata vicina per soccorrere il ragazzo, poi impietrita si è resa conta per lui non c’era più nulla da fare.

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Sonia