Il GIP: per imporsi usava metodi mafiosi
Progetti in serie e bandi preconfezionati.
Secondo i risultati dell’indagine condotta dalla Guardia di Finanza di Oristano e dai Carabinieri della Compagnia di Tonara (guidati dal Capitano Di Nocera), l’ingegner Salvatore Paolo Pinna, Tore per gli amici, indicato come il capo della cupola degli appalti di mezza Sardegna, non badava ai dettagli.
Pur di ottenere il risultato, cioè l‘assegnazione degli incarichi progettuali ai professionisti che facevano riferimento alla società Essepi Engineering, di cui era amministratore, non esitava a presentare progetti preconfezionati che andavano bene un po’ per tutti e a predisporre anche i bandi di gara che poi passava ai dirigenti degli uffici tecnici dei Comuni, in tutto una quindicina, che la sua organizzazione teneva sotto stretto controllo.
Lo sostiene il Giudice per le Indagini Preliminari del tribunale di Oristano Annie Cecile Pinello nelle 200 pagine di ordinanza con cui ha disposto gli arresti, in carcere o ai domiciliari, di cinque sindaci, due vicesindaci e 14 tra dirigenti di uffici tecnici comunali e liberi professionisti (ingegneri, architetti, geometri o anche geologi) della “squadra” di Pinna.
Per pilotare in tutta sicurezza l’appalto a chi di dovere, spiega il giudice negli atti, l’ingegnere di Desulo (Nuoro) non esita a “redigere direttamente i bandi per conto dei tecnici comunali amici” e quando è possibile a predisporre “bandi e progetti tipo da applicare indifferentemente in tutti i comuni, con notevole risparmio di energia per tutti i complici”. E pazienza se la qualità spesso e volentieri lascia a desiderare.
Direttamente, Pinna appare raramente come aggiudicatario degli appalti di progettazione. I suoi precedenti penali (per ricettazione e dichiarazione infedele dei redditi) glielo impediscono e quindi “per lavorare – si legge nell’ordinanza – è costretto a ricorrere a un prestanome oppure alla compiacenza di responsabili del procedimento che fanno finta di non conoscerne i pregiudizi”. In cambio distribuisce incarichi ben remunerati ai tecnici compiacenti in altri comuni.
In ogni caso, è lui, Tore Pinna, che detta legge. «Gli incarichi nei Comuni li decido io», dice ai suoi progettisti senza sapere di essere intercettato. Come funzionava il sistema, lo spiega il 5 giugno del 2014 all’ingegner Giampaolo Porcu, suo socio nella Essepi Engineering. «Forse tu non hai ancora capito un caz.. di come funziona la politica, che gli incarichi li decido io», dice con fermezza.
Due giorni dopo fa lo stesso discorso a un altro socio, il geologo Salvatore Borto: «Ma non hai ancora capito come funziona per gli incarichi nei comuni, tu puoi andare dal sindaco di Gadoni, dal sindaco di Belvì… li decide Tore Pinna gli incarichi». E per tenere sotto controllo la sua “squadra”, l’ingegnere adotta metodi “ai limiti della intimidazione mafiosa”, scrive il Gip. Pinna, si legge negli atti, “dimostra di saper ricorrere alla forza di intimidazione del vincolo associativo” e “la pronta reazione” dell’ingegnere “alle problematiche di tipo fiscale o penale degli associati rammenta anche i metodi mafiosi”.
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