«Avete fatto bingo. Sono Pasquale Scanu, mi avete trovato», sono le parole del latitante arrestato dalla Squadra Mobile di Cagliari e dai colleghi di Nuoro.
Scanu, 39 anni, originario di Bitti, era ricercato dal maggio 2013 quando venne condannato, in primo grado, a 28 anni di reclusione per il sequestro dell’imprenditore campano Antonio Buglione, considerato il re dei vigilantes.
Il sequestro avvenne il 12 settembre 2010. Un commando composto da cinque persone andò a prelevarlo nella sua abitazione a Saviano, in provincia di Napoli. L’imprenditore fu poi rinchiuso in un casolare a Marigliano. Ma Buglione riuscì a fuggire dopo due giorni, fornendo particolari importanti sui sequestratori, tra questi l’accento, spiccatamente sardo, di almeno tre componenti del commando e gli occhi chiari di uno di questi.
Nel corso degli anni quattro furono rintracciati e arrestati, Pasquale Scanu, invece, riuscì a sfuggire alla cattura. Da quel momento gli agenti delle Squadre Mobili di Cagliari e Nuoro non hanno mai smesso di cercare il latitante.
Le indagini coordinate dalla Dda di Napoli si sono concentrate nella zona di Olbia dove Scanu si sarebbe rifugiato.
Alcuni giorni fa gli agenti della prima Sezione della Mobile di Cagliari hanno incrociato un uomo in mountain bike che somigliava tanto al latitante (avevano riconosciuto il naso). Lo hanno fermato con la scusa di chiedere una informazione relativa alla chiesa di Santa Lucia, poi sono riusciti a farlo parlare. «Avete fatto bingo, sono il latitante», ha detto subito.
Successivamente è stato individuato il rifugio, una specie di baracca in campagna alla periferia di Olbia. Sono in corso indagini per individuare le persone che avrebbero aiutato Scanu durante la latitanza.
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