«Troppo facile entrare a Palazzo di giustizia»
«Una situazione surreale, tanto da essere inizialmente sottovalutata, poi ci siamo ritrovati dentro un incubo».
Luigi Esposito, penalista sassarese, è ancora scosso. Ieri mattina si trovava al Palazzo di giustizia di Milano quando è scattata la follia omicida di Claudio Giardiello, imputato in un processo per bancarotta fraudolenta, che ha sparato e ha colpito a morte il magistrato Fernando Ciampi, l’avvocato Lorenzo Alberto Claris Appiani e il suo coimputato Giorgio Erba.
«Stanno sparando, stanno sparando, ha gridato qualcuno nell’aula in cui mi trovavo – racconta il legale sassarese – all’inizio nessuno sembrava crederci, poi si è scatenato il panico».
Le donne sono state fatte evacuare «mentre tutti gli uomini sono stati trattenuti per più di un’ora – aggiunge Esposito – per timore che il killer potesse trovarsi ancora all’interno del tribunale».
Esposito non è sorpreso più di tanto dal fatto che un uomo sia riuscito a entrare nel palazzo di giustizia con una pistola. «È davvero troppo semplice: nell’ingresso riservato a magistrati, avvocati, forze dell’ordine e personale del tribunale non c’è un metal detector – commenta a caldo l’avvocato del foro di Sassari – basta esibire un tesserino per ottenere il via libera. Gli accessi, però, andrebbero controllati più accuratamente».