Avevo venti anni e tanta voglia di imparare questa professione, quindi, dopo l’Università, ore e ore all’Agenzia Italia.
Caffè con Giorgia, la dattilografa delle notizie, chiacchierata con Maria Grazia Calligaris, che all’epoca scriveva come giornalista per l’Agenzia, e poi nella stanza del capo, ossia Gianni Massa.
Inizialmente severo e freddo, come nel suo stile, poi piano piano iniziò a darmi compiti sempre più importanti; quando era necessario alzava la voce e, quando sbagliavo qualcosa mi diceva: «cosa hai fatto, ti pare che…» e io a piangere e a dirmi che tanto non sarei mai diventata una giornalista!
Poi, dopo due lunghi anni interrompemmo la collaborazione: un dopo pranzo come tanti suonai al campanello dell’Agenzia e mi apri lui: visibilmente dimagrito e pallido mi disse che a breve, per motivi di salute, doveva abbandonare il lavoro.
Dopo quell’incontro continuammo fuori dall’Agenzia i nostri rapporti professionali. I suoi insegnamenti sono stati indispensabili per chi, come me, ha voluto affrontare questo mestiere.
Per anni responsabile della sede di Cagliari dell’Agenzia Italia è stato attivo sia nel Sindacato che nell’Ordine dei Giornalisti.
Nato a Tripoli, Gianni Massa avrebbe compiuto 80 anni a dicembre. «Ha dato voce a chi non aveva voce, un giornalista e un cittadino di grande sensibilità sociale», ha detto di lui Franco Siddi, ex segretario della Fnsi.
Massa ha ricoperto varie cariche, da vicepresidente dell’Assostampa a segretario dell’Ordine regionale. È stato anche nella commissione d’esame per i futuri giornalisti. Ma oltre alla sua attività nell’Agenzia di stampa è stato anche direttore del Messaggero Sardo, il mensile diffuso in tutto il mondo agli emigrati sardi, ed ha partecipato all’attività sindacale prendendo parte a sei Congressi della Fnsi.
La sua carriera inizia a 17 anni, al Corriere di Tripoli, quotidiano in italiano di cui a 20 anni diventerà direttore. Ma il giornale venne costretto dal governo della Tripolitania a cessare le pubblicazioni e Massa deve abbandonare la Libia trasferendosi in Sardegna. «È stato uno dei primi profughi quindi – racconta ancora Siddi – ed è diventato anche testimone di tutti i fatti più importanti dell’Isola tra cui, in particolare la sua battaglia per difendere il ruolo del giornalista».
Massa fu anche arrestato per non aver voluto rivelare la fonte di alcune informazioni nel caso della vicenda dell’avvocato Manuella. Una vicenda che ha fatto scuola nell’ambito della giurisprudenza legata al segreto professionale, riconosciuto dalla legge dell’Ordine ma non dal Codice Penale.
Sonia Meloni © Tutti i diritti riservati