«La Sardegna è la sorvegliata speciale nel campo della sanità animale all’interno della Comunità Europea: provvedete in breve tempo all’eradicazione della peste suina, o verrete commissariati nel governo del settore».
Lo ha detto Alberto Laddomada, della Commissione sanità animale e sicurezza dell’Ue, invitato al convegno che si è svolto in mattinata al museo Etnografico a Nuoro, promosso da Laore e dalla Regione, per la presentazione del nuovo Piano per debellare il morbo in Sardegna.
«Abbiamo poco tempo – ha confermato l’assessore regionale alla Sanità Luigi Arru – dobbiamo collaborare tutti: cacciatori, ente Foreste, Corpo forestale, Asl, veterinari, Comuni e allevatori. E stavolta dobbiamo mettere la parola fine. Il piano è i fondi pure: abbiamo 10 milioni di euro. Se non lo facciamo noi, lo faranno lo Stato e l’Europa».
«Oltre 250 milioni di euro è il danno annuale all’esportazione nazionale di carni suine prodotto dalla presenza della peste suina nell’Isola. Un altro dato che dà l’idea del danno economico a livello locale è quello che vede in Sardegna un consumo di carne suina per l’80% importata», ha osservato Alessandro De Martino, direttore generale della Presidenza della Giunta e responsabile dell’Unità di progetto della task force regionale per combattere l’epidemia.
«Incentiveremo come primo passo le misure di benessere animale – ha annunciato l’assessore regionale all’Agricoltura, Elisabetta Falchi – un sistema di premialità per le aziende in regola che certificano la salute dei loro animali».
«Bisogna partire credendoci – ha poi chiarito Josè Manuel, esperto internazionale di peste suina – anticipando il dilagare della malattia, intervenendo sull’infezione e non sull’insorgenza della stessa. Gli animali malati – ha sottolineato – devono essere abbattuti alla prima febbre e bisogna superare il pascolo brado che permette il dilagare dell’infezione».
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