
Vittoria della Nuorese sul Castiadas (© foto S. Novellu)
«Avrei affronato il freddo glaciale del “Frogheri” pur di vedere quella partita…»
Viene data vinta a tavolino la partita contro il Terracina. Tre punti che lasciano l’amaro in bocca perché tutti avremmo preferito vedere giocare la squadra di casa, poi vincere, perdere o pareggiare agli occhi dei veri sportivi non ha importanza, l’importante è giocare, sportivamente, lealmente. Purtroppo la squadra del Terracina sta vivendo un brutto momento, la crisi finanziaria della società ha compromesso questa trasferta e, salvo miracoli generosi, potrebbe compromettere e falsare il campionato.
Fino all’ultimo momento abbiamo atteso notizie circa il fatto che avessero o meno preso la nave “dal continente” o l’aereo delle 10 del mattino di domenica. Intanto in quel di Terracina la spinta di orgoglio della società, dei giocatori e dei tifosi ha portato alla rinuncia. Sembrava esser risultata fondamentale la mano tesa del presidente del Fondi, Bandecchi, ma il Terracina ha deciso la via della dignità e dell’orgoglio, rifiutando l’offerta dell’Unicusano Fondi.
L’episodio di domenica scorsa mi ha profondamente rattristato e deve farci riflettere su quanto accade nel mondo del calcio. La crisi che investe l’Italia non risparmia neanche lo sport e questo non deve accadere per chi crede possa essere veicolo di educazione, socializzazione e divertimento.
Avrei affrontato il freddo glaciale del “Frogheri” e abbandonato divano, copertina e tv per vedere quella partita e avremmo applaudito più forte delle altre volte gli avversari nello spirito sportivo e di accoglienza che ci contraddistingue.
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Stefania Chisu