Nuoro. Nell’ottocentesco palazzo di Via Aspromonte, che i vecchi nuoresi ricordavano, come “il palazzo della meridiana”, è stato riproposto l’orologio solare, e intanto nel secentesco convento francescano di Via Manzoni è stata ritrovata l’antica meridiana che segnava lo scorrere del tempo nella vecchia Nuoro.
É ricomparso l’orologio solare nell’ottocentesco palazzo Fois – Chironi di Via Aspromonte.
L’iniziativa, nata dall’idea di due giovani nuoresi, Tommaso Settanni, appassionato di astronomia, e Antonello Cosseddu, pittore, è stata caldamente voluta della signora Luciana Mereu-Calamida, in Morabito, pronipote del dott. Giovanni Fois–Chironi, che fece costruire l’edificio nella prima metà dell’Ottocento.
Nell’antico palazzo (uno dei primi edifici sorti nella Nuoro da poco elevata al rango di città da Carlo Alberto), il dott. Giovanni, di professione farmacista (deceduto nel 1880), aprì la prima farmacia di Nuoro, e sulla facciata del nuovo edificio fece dipingere una meridiana e installare lo gnomone di ferro battuto.
In un periodo, in cui a Nuoro certo gli orologi non erano molto diffusi, l’orologio solare era uno dei pochi strumenti pubblici per misurare lo scorrere del tempo, tanto che il palazzo Fois – Chironi al periodo fu chiamato “Il palazzo della Meridiana”. L’edificio, a fine Ottocento ospitò anche sede della Sottoprefettura.
Il successo dell’iniziativa per la realizzazione della meridiana, portò il dott. Giovanni ad istallarne anche un’altra in un paese vicino.
L’inedita storia della meridiana nuorese, è stata ricostruita grazie alle testimonianze della signora Luciana Mereu-Calamida in Morabito, nuorese classe 1922, residente a Roma. La signora, molto legata per motivi affettivi con Nuoro (uno di questi motivi è stato appunto la ricostruzione della meridiana nell’antico palazzo di famiglia), ricorda con nostalgia la città (che torna a visitare spesso) e i suoi legami di parentela.
«Antonietta, la figlia del farmacista dott. Giovanni Fois – Chironi, mio bisnonno – dichiara la signora Luciana -, sposò il dott. Luigi Calamida, da cui tra gli altri nacque mia madre Raimonda e Raffaele, il noto medico chirurgo, medaglia d’oro al merito della Sanità Pubblica. Raimonda sposò Giuseppe Mereu, figlio di quel Gaetano Mereu che a metà dell’Ottocento fece costruire nel Corso Garibaldi, allora Bia maiore, il noto “Palazzo Mereu”, la storica sede del Comune di Nuoro, che purtroppo fu distrutto per costruire il palazzo ora sede della banca: a mio modesto giudizio particolarmente brutto – aggiunge la signora Luciana».
Per quanto riguarda la meridiana recentemente ricostruita, gli autori, Tommaso Settanni e Antonello Cosseddu, tengono a precisare che «si tratta di un rifacimento, non potendo parlare di un vero e proprio restauro, in quanto del disegno originale si è persa ogni traccia. Anche nelle foto ritrovate – aggiungono – non è visibile alcunché. La ricostruzione è stata fatta sulla base del vecchio quadrante, e anche lo gnomone non è l’originale, ci si è rifatti a quelli che sono i canoni classici delle meridiane. Oltre il motto latino “Sine sole sileo” (Senza sole taccio), obbligatoriamente abbiamo voluto aggiungere anche la traduzione in lingua sarda: Chene sole soe muda, e la posizione geografica: lat. 40’ 19’00” N – long. 9’ 20’00 E».
Nella sua veste d’esperto in astronomia, Tommaso Settanni, dell’Associazione astronomica nuorese, nonché autore del progetto, spiega che «questa meridiana segnava e segna oltre le ore, anche i mesi dove avvengono particolari fenomeni, quali il solstizio estivo in giugno, quello primaverile in dicembre e gli equinozi che annunciano la primavera in marzo e l’autunno in settembre. La meridiana – aggiunge – è un particolare orologio che misura lo scorrere del “tempo vero” che sfrutta la proiezione delle ombre su un quadrante, utilizzando il moto apparente del sole intorno alla terra, moto che non è assolutamente costante e varia con i mesi, perciò avremo misure a volte differenti dai nostri orologi che misurano un tempo definito “medio”, inoltre la costruzione dei palazzi adiacenti ha cambiato la sua naturale esposizione alla luce solare, riducendone la segnatura delle ore».
Al rifacimento della vecchia meridiana di Via Aspromonte, se è aggiunta recentemente anche la notizia dell’esistenza a Nuoro di un’altra antica meridiana nel secentesco convento francescano di Via Manzoni.
L’orologio solare (risalente al periodo in cui l’edificio era abitato dai frati), attualmente situato in una posizione inaccessibile in quanto coperto da successivi lavori di copertura del convento, non è di conseguenza funzionante in quanto non riceve la luce solare.
Stando alla storia, pare che la meridiana servisse a riportare al giusto orario, in caso di guasto dell’ottocentesco orologio meccanico che si trovava installato nel campanile del convento, e che serviva a sua volta per sincronizzare l’orario con l’altro orologio meccanico (spesso fuori tempo) fatto installare a fine Ottocento dal vescovo Demartis sul campanile destro della cattedrale.
A conferma del fatto, si riporta un curioso fatto accaduto il 24 gennaio del 1854, che portò all’annullamento delle elezioni politiche per la nomina dei deputati Antonio Siotto Pintor e Francesco Sulis, che si tenevano nello stesso convento, quando da un’inchiesta si scoprì che le elezioni furono effettuate durante un orario non stabilito dal regolamento. Dall’inchiesta, risulta infatti che si diede inizio in anticipo alle votazioni, perché si tenne conto dell’orario stabilito, in base al suono della campana collegata all’orologio della cattedrale. A votazione in corso suonò (con l’ora giusta – anche perché ritenuta più attendibile per il confronto con la meridiana) anche la campana dell’orologio del convento, destando di conseguenza i sospetti da parte del presidente del seggio. Di conseguenza le elezioni furono annullate e più tardi ci fu un’inchiesta che portò il caso alla Camera dei deputati dove ci fu un’interrogazione parlamentare. Dall’inchiesta venne fuori che era stato il nobile don Gavino Gallisay (personaggio al tempo molto influente) a convincere il campanaro della cattedrale, tale Giovanni Maria Manca Floris (noto Faragone) a manomettere l’orologio meccanico posto sul campanile della chiesa.
Michele Pintore
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