«Sono senza parole, non dovevano farli uscire. È come se avessero ucciso di nuovo mio figlio».
Dopo il silenzio delle prime ore, Rita Concas, la mamma di Francesco Montis, il giovane di Terralba morto nel 2010 in India, accetta di parlare e commenta così la cancellazione dell’ergastolo da parte della Corte suprema dell’India nei confronti di Elisabetta Boncompagni e Tomaso Bruno, rispettivamente fidanzata e amico di Francesco.
All’epoca dei fatti, Concas si era detta solidale con i due amici del figlio precisando che Francesco aveva dei disturbi di salute.
Il fatto risale al 2010.
Il tre erano partiti insieme per l’India per una vacanza. La vicenda non è stata definitivamente chiarita ma pare che la Boncompagni, fidanzata della vittima, e Bruno avessero una storia. I tre, che si trovavano nella città di Varasi, facevano uso di droga. Una notte Montis si sente male e viene accompagnato in ospedale dove poche ore dopo muore. Un altra versione racconta che il giovane fu trovato morto in una camera d’albergo. La sostanza non cambia.
Contorte e controverse le indagini: l’autopsia eseguita da un oculista, il corpo della vittima cremato in tutta fretta poco dopo l’autopsia,. Questa, comunque, rivela alcunii segni sul collo.
I due vengono rinchiusi in un carcere di Varasi, in regime di carcere fino, con l’accusa di omicidio, convalidata poi in ergastolo.
Quattro anni., fino alla recente scarcerazione.