I due erano accusati dell’omicidio di un loro compagno di viaggio sardo
La Corte suprema indiana ha annullato la condanna all’ergastolo di Tomaso Bruno e Elisabetta Boncompagni, pronunciata dall’Alta corte dell’Uttar Pradesh, disponendone l’immediata liberazione.
La sezione n.12 della Corte suprema, presieduta da Anil R. Dave, ha dichiarato che «la sentenza dell’Alta corte è messa da parte” e ha stabilito che gli autori dell’appello «siano subito rimessi in libertà».
L’ambasciatore d’Italia Daniele Mancini, presente in aula, ha espresso «grande soddisfazione per il risultato ottenuto».
Bruno e Boncompani erano in carcere dal febbraio 2010 con l’accusa di aver ucciso a Varanasi il loro compagno di viaggio Francesco Montis, originario di Terralba.
Subito dopo aver appreso la decisione della Corte suprema di annullare la condanna all’ergastolo dei due, l’ambasciata d’Italia ha avviato le procedure per ottenere il loro rilascio dal carcere e disporne il rientro in Italia.
La madre di Bruno, Marina Maurizio, è stata subito informata dell’esito favorevole del ricorso, mentre i legali della famiglia si sono messi al lavoro per ottenere copia della sentenza con cui chiedere alle autorita’ giudiziarie e penitenziarie dell’Uttar Pradesh il rilascio dei due italiani dal carcere di Varanasi. È possibile che per finalizzare queste procedure siano necessarie almeno 24 ore, dopodiché, una volta riottenuti i passaporti, sarà possibile farli rientrare in Italia. Fonti legali indiane hanno indicato che “in teoria” la Procura dell’Uttar Pradesh potrebbe chiedere in esxtremis una revisione della sentenza di annullamento della condanna all’ergastolo, ma che tale ipotesi sia praticamente esclusa.