Il settore Attività produttive del Comune di Nuoro, un mese fa, ha somministrato a oltre un centinaio di commercianti nuoresi del settore moda, abbigliamento e accessori, un questionario da compilare in forma anonima.
Gli argomenti vertevano su concorrenza da parte della grande distribuzione e di internet, l’assenza di regole nel mercato e sull’obsoleta legge sui saldi.
Il questionario è stato distribuito tra le principali attività localizzate tra le vie principali della città, via Lamarmora, corso Garibaldi, via Veneto, viale Repubblica, Giardinetti di piazza Vittorio Emanuele e centro commerciale Prato Sardo.
Ieri, l’assessore comunale Francesco Guccini, in occasione di una conferenza stampa, ha presentato i risultati del sondaggio.
La prima riflessione che è stata posta dall’assessore è quella che l’86,89% dei commercianti nuoresi non crede più alla legge sui saldi, risalente al 2006 e a tutela di un tipo di mercato ormai ampiamente superato: «ho già chiesto un’incontro all’assessore regionale al Turismo, Commercio e Artigianato Francesco Morandi affinché si discuta al più presto della modifica alla legge; per questo motivo, come assessorato ci stiamo muovendo per creare una rete con altre amministrazioni comunali perché la nostra richiesta in proposito sia accolta nel minor tempo possibile per tutelare le attività produttive locali che stanno sopperendo quotidianamente alla grande distribuzione e alle vendite on-line».
Per quanto riguarda gli altri argomenti i commercianti nuoresi hanno risposto in questo modo. Il 54,10% reputa che, come avviene nel mercato elettronico, si debba tendere a una progressiva liberalizzazione della politica dei prezzi ma allo stesso tempo il 42, 62% crede che la spietata liberalizzazione senza vincoli non possa favorire nè il rilancio dei consumi nè orientare il consumatore nell’acquisto ( il 45,90%).
Dunque bisogna cercare di creare nuove normative che tutelino il commerciante locale rispetto alla grande distribuzione e al sistema e-Comerce ma allo stesso tempo che la proposta di prezzi vantaggiosi da parte di questo sia adeguata a coprire i costi.
Infine un’altra curiosità che emersa dal sondaggio è che i centri naturali commerciali non siano utili a riequilibrare la concorrenza del mercato (42,62%).
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L'iniziativa dell'amico Francesco Guccini va certamente lodata, non foss'altro perché rompe gli indugi all'interno di un clima attendista che vede il quotidiano sgretolamento degli equilibri finanziari dei negozi di prossimità, impossibilitati a competere con le grandi superfici che, attraverso l'utilizzo sconsiderato della leva prezzo, mortificano le piccole iniziative che più degli altri soffrono gli effetti devastanti della nota contrazione dei consumi. Quello dei saldi è certamente un argomento da affrontare, ma è l'intera impalcatura delle Legge Regionale n.5 che andrebbe messa in discussione, proprio perché ormai superata e priva dei più elementari elementi normativi in grado di dare respiro ai negozi di vicinato. Anche i Centri Commerciali Naturali, nel modo in cui sono stati concepiti, non offrono grandi supporti in grado di superare il gap esistente fra le micro aziende e la Grande Distribuzione Organizzata. A parer mio sarebbe utile mettere in campo la possibilità di far decollare i cosiddetti Distretti Urbani Commerciali. I D.U.C. potrebbero rappresentano un innovativo sistema per il rilancio dei contesti urbani e infraurbani in un’ottica di servizio di prossimità, di attrattività dei luoghi (e a Nuoro ne abbiamo tanti), di efficacia degli investimenti e di autodeterminazione dei sistemi locali. L’obiettivo è quello di rafforzare la piccola distribuzione innalzando (o consolidando) il livello di servizi offerti, dunque integrando il commercio con il miglioramento dell’attrattività dei centri urbani e contrastando i fenomeni di desertificazione commerciale. È un sistema che andrebbe ad integra iniziative pubbliche e private attraverso la creazione di nuovi modelli organizzativi, che prevedono l’uso di moderni strumenti di marketing per incentivare forme di aggregazione nel commercio e fra il commercio, i servizi e l’artigianato, indispensabili per la creazione di un sistema territoriale di promozione turistica. Ma andrebbero in via preliminare rivisitate le leggi agevolative di settore che negli ultimi anni hanno visto il settore commercio totalmente ignorato e relegato ai margini di politiche di intervento del tutto ininfluenti.