Roberto Deriu: una "Scuola Sarda" per la rinascita dell'Isola

Sonia

Roberto Deriu: una "Scuola Sarda" per la rinascita dell'Isola

venerdì 02 Gennaio 2015 - 11:20
Roberto Deriu: una "Scuola Sarda" per la rinascita dell'Isola

Il Presidente della Provincia di Nuoro, Roberto Deriu (S.Novellu -Cronache Nuoresi)

Il Presidente della Provincia di Nuoro, Roberto Deriu (S.Novellu -Cronache Nuoresi)

Appello dell’ex presidente da Facebook

Nell’Isola deve nascere una “Scuola Sarda, un potente strumento di liberazione e di rinascita che la Sardegna costruisce per sé, integrando e potenziando l’offerta statale di base” e che costituisca “un’occasione straordinaria per una rivoluzionaria svolta: nuove politiche dell’istruzione, dell’educazione, della formazione, della ricerca”.

Èl’appello lanciato dal vicecapogruppo del Pd in Consiglio regionale, Robero Deriu, su Facebook, al presidente della Regione, Francesco Pigliaru, in una lettera aperta “di auguri, di timori, di speranza e per darTi e darmi coraggio“. Secondo l’esponente democratico la nuova Scuola deve essere realizzata «avendo bene a mente quali siano le condizioni reali dell’offerta formativa ed educativa nei territori: ci sono paesi nei quali ragazzi della Scuola secondaria sono ancora privi dei basilari strumenti per comprendere un testo; che non hanno mai svolto un componimento in italiano; che non hanno i rudimenti dell’aritmetica.

Abbiamo dato alla Sardegna un governo di sofisticata e prestigiosa competenza perché vogliamo aumentare la competitività, migliorare i nostri parametri generali, generare lo sviluppo – spiega – ma il nostro primo obiettivo è quello di una Sardegna terra di cittadini liberi, innanzitutto grazie alla loro capacità di capire il mondo e di affrontarlo. Sono confortato dalla Tua presenza e dal Tuo impegno, insieme all’assessore Claudia Firino e all’intera Giunta in questo campo – aggiunge Deriu – sono altresì preoccupato per lo stato di grande difficoltà nel quale versa la scuola e, nella scuola, i nostri giovani e i loro insegnanti, coloro che ci lavorano e i genitori».

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