Disatteso il cronoprogramma per l’affidamento dell’appalto rifiuti
«Mentre la città pur sotto un tetto di luci, tristemente attanagliata da una valanga di tasse, si appresta a trascorrere le festività natalizie e di fine anno, ed esordirà con il saldo Tares del 2013 preannunciato sulla pagina web, come se tutti i cittadini dovessero essere dotati di pc o conoscitori del suo uso.
Per il Natale dei nuoresi arriva comunque una certezza».
Le prime polemiche arrivano dalla Città in Comune che evidenzia che per l’ennesima volta non è stato dato in gestione il servizio dei rifiuti.
«Il secondo cronoprogramma per la pubblicazione del bando di gara sull’affidamento del servizio integrato d’igiene urbana del Comune di Nuoro definito con la determina n 1473, è stato totalmente disatteso.
La Nuoro Ambiente, incolpevole, che sarebbe dovuta essere liquidata il 31.12.2014 dovrà continuare la sua operatività anche dopo il 28.02.2015, come definito dalla determina n 1473 sino a nuova data da stabilire con nuova proroga.
Ci sarà una nuova proroga, la definizione di un nuovo contratto con la Nuoro Ambiente, verosimilmente aumenti dei costi, e di conseguenza un aumento dei tributi per il ritiro e lo smaltimento dei rifiuti a carico dei cittadini».
«L’amministrazione, intesa nel Sindaco, l’assessore all’ambiente, quello al bilancio, generosamente offre un grosso regalo natalizio ai nuoresi.
Cinque anni per un bando. Mancata adozione della sentenza del Consiglio di Stato ( 2010 ), 2 cronoprogrammi mai rispettati, 7 proroghe di riassegnazione del servizio. Non ci pare tutto in regola. Un sistema di amministrazione già tristemente noto e da sottocultura della politica.
Porterà benefici per la città? Migliorerà il servizio? Produrrà una riduzione della tassa?
Per questo, ma anche per altri aspetti la città è sull’orlo del baratro. Per ora un allucinante regalo è arrivato ai nuoresi, che si ritroveranno a pagare anche le somme che saranno elargite per un obiettivo che vedrete, lo dichiareranno vergognosamente raggiunto. Al peggio non c’è fine» conclude Paolo Manca.