Un tripudio di colori, sui quali campeggiavano su tutti i rosso (CIGL) e l’azzurro (UIL).
Venerdì mattina, puntuali, come da appuntamento, i lavoratori aderenti alle confederazioni sindacali CGIL e UIL di Nuoro e del Nuorese si sono radunati al Quadrivio.
Con loro, le altre rappresentanze sindacali (Federazione Lavoratori della Conoscenza, FIOM, FILLEA CGL, F.L.A.I., FENEAL, SULP Polizia) e i lavoratori delle principali aziende in crisi del territorio (tra cui Ottana Polimeri, Legler di Macomer, Legler e Ex Ros Mary di Siniscola), studenti, insegnanti, impiegati del Pubblico e del Privato, cassaintegrati e pensionati.
Un corteo ordinato (GUARDA IL VIDEO), di almeno 500/600 lavoratori (così vociferavano gli stessi Carabinieri che insieme alla Polizia, hanno vigilato lungo tutto il percorso), parallelamente a quanto stava accadendo in altri 54 centri della Penisola si è snodato per le vie principali della città e, dopo un passaggio simbolico davanti luoghi più rappresentativi dell’economia e dello Stato: Camera di Commercio, Provincia e Comune si è radunato nuovamente in via Deffenu davanti alla Prefettura (o Palazzo del Governo).Qui, da un palchetto i manifestanti hanno potuto assistere a diversi interventi, moderati da Salvatore Pinna (Segretario generale CGIL di Nuoro). Il primo intervento è stato quello di Felicina Corda (Segretario generale UIL di Nuoro) al quale ha fatto seguito quello di Massimiliano Lampis (Rappresentante degli studenti delle scuole Medie e dell’Università, Nuoro), quello di Pietro Sortino (Ispettore di Polizia UIL, Nuoro), Silvia Poddie (Delegata di Ottana Polimeri), Giovanni Ortu (Pensionato UIL), Rina Cugusi (Delegata Legler), Maria Luisa Congiu (Insegnante Precario). Ognuno ha messo in campo le problematiche del proprio settore, analizzando dal di dentro le problematiche, chiarendo che nessuno ha più voglia di farsi prendere in giro da Renzi e dal Governo. Ha chiuso gli interventi Salvatore Barone, Segretario nazionale per l’industria CGIL.
Dagli striscioni, dagli slogan urlati dagli scioperanti e dagli interventi ascoltati in via Deffenu si è evinto un solo motivo di fondo: il governo non sta mettendo in atto strategie per la ripresa del lavoro e per tutela dei lavoratori, anzi! Le politiche economiche (Jobs Act e affini) sono orientate a rendere il lavoro sempre più precario, rendendo più vantaggioso il licenziamento piuttosto che le nuove assunzioni o la stabilizzazione dei contratti a tempo. Così come non si fa alcunché per arginare il fenomeno ormai consolidato dei contratti di formazione che in realtà sono dei contratti di lavoro a termine veri e propri. Stesso discorso per quanto riguarda le politiche di valorizzazione delle risorse scolastiche e la tutela delle pensioni di chi ha lavorato una vita.
Una curiosità: nel corso della manifestazione, l’occhio di Google ha documentato il passaggio del corteo in piazza Italia.
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