Questa mattina, giornata inaugurale del convegno “di studi nazionali su Sebastiano Satta”, una due giorni dedicata al “Vate di Sardegna” in occasione del centenario della morte.
Il contesto è quello raffinato dell’Eliseo.
L’intervento del Sottosegretario alla Cultura, Francesca Barracciu, segue immediatamente a quello del primo cittadino Alessandro Bianchi. Davanti ad una platea gremita di studenti, autorità civili e politiche e dinnanzi al tavolo di esperti e studiosi, Barracciu, inizia il proprio discorso in onore al Poeta.
Durante l’intervento, però, qualcosa scuote la platea: il Sottosegretario confonde il nome del Poeta con quello del giurista di fama internazionale nonchè autore del Giorno del giudizio, Salvatore. Il gelo cala in sala e qualcuno le fa notare la gafe. «Scusate – risponde candidamente lei – ma li scambio sempre».
Fra spallucce e disappunto, la giustificazione viene accettata.
Intanto la Barracciu riprende il filo del discorso e quando l’imbarazzo è ormai stemperato, ecco che ci ricasca: cita, infatti, Sebastiano, attribuendogli, però, erroneamente Il giorno del giudizio.
Il “Nido di corvi” (per parafrasare il romanzo) ha un sussulto e le perplessità si acuiscono. Qualuno si chiede se l’oratore conoscesse o meno l’oggetto della discussione e della celebrazione.
Il triste epilogo viene giustificato da qualcuno con il fatto che un personaggio politico così impegnato può anche sbagliare, in quanto i discorsi, in genere, sono preparati dal suo staff.
Il problema è che, come dicevano i latini “errare umanum est, perseverare autem diabolicum”, specie se a farlo non è uno studente ma un sottosegretario alla Cultura!
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